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In questi giorni circolano voci che la votazione in Senato degli emendamenti al “pacchetto sicurezza” si effettuerà in gennaio. Ma guardando attentamente la calendarizzazione dei lavori dell’Assemblea dal 9 al 23 dicembre si evince che lunedì 22 (ore 11-13 e 16,30-20,30) e martedì 23 dicembre (9,30) saranno votati “ddl non conclusi e altri provvedimenti che saranno definiti dalla Conferenza dei Capigruppo di martedì 16 dicembre” (bastano poche ore per approvare o respingere gli emendamenti al ddl 773 in quanto la discussione è già stata fatta). Ci sembra opportuno non abbassare l’attenzione, anzi avviare e/o potenziare tutte quelle azioni di informazione, pressione e dissuasione per far si che i due emendamenti specifici (prot. 39.305 e 39.306) presentati dai senatori della Lega Nord, siano bocciati. Alcuni senatori del PD, avvisati di questo rischio, ci hanno informato che il “il Senato ha solo chiuso la discussione generale. Vanno ancora discussi e votati circa 200 emendamenti, prima del voto finale. E' intenzione (del PD) far si che il voto non avvenga prima delle vacanze e sia rimandato al prossimo gennaio ...”.

Nel frattempo si moltiplicano le posizioni di critica e condanna all’iniziativa leghista e le adesioni all’appello della SIMM.
In particolare segnaliamo quella dell’ex ministro della sanità, prof. Umberto Veronesi, della Federazione nazionale dei Collegi delle Ostetriche, di gruppi ed associazioni come la Federazione Cure Palliative che rappresenta più di 60 organizzazioni non profit attive nel campo dell'assistenza alle persone in fase avanzata o terminale di malattia e alle loro famiglie, l’Associazione dei Ginecologi Ospedalieri (AOGOI), la Lila Trentino, l’Apa Porta Aperta di Modena, il Centro Poggeschi, il Centro San Domenico, il Centro Studi Donati, il Centro Missionario frati Servi di Maria - Eremo di Ronzano, l’Associazione Cittadini del Mondo di Roma, il Cidis di Perugia ed il Consiglio comunale di Quattro Castella (Reggio Emilia). L’appello (già segnalato il 20 novembre u.s.: http://appelli.arcoiris.tv/salute) della Federazione Italiana dei Medici Pediatri di Modena ha, ad oggi, raggiunto quasi le 60.000 adesioni.
Le Monde Diplomatique ha pubblicato un articolo sulla situazione italiana con citazione e link del sito della SIMM (leggi cliccando qui).
Infine l’Osservatorio Italiano Salute Globale (OISG) ci ha segnalato/ricordato quanto avvenuto negli Stati Uniti (California) nel 1994 per una analoga iniziativa (proposition 187), che ha visto l’opposizione compatta dei medici (ed anche la più ampia protesta studentesca nelle piazze della California con oltre 75.000 presenze) ed il ritiro della proposta (si ringrazia la Sapienza Università di Roma - Dip.to di Scienze di Sanità Pubblica per aver messo a disposizione della SIMM la traduzione dell’articolo) (SG).

  • Assistenza sanitaria negata agli immigrati illegali. La Proposition 187 in California (1994)
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La popolazione straniera residente in Italia e' mediamente in migliori condizioni di salute rispetto agli italiani. Lo rivela l'indagine Istat pubblicata oggi che evidenzia come l'80,3% degli stranieri in Italia dichiari di stare bene o molto bene, contro il 71,8% tra gli italiani, il 22,8% gli stranieri dichiara almeno una malattia nelle quattro settimane precedenti l'intervista, contro il 27,4% tra gli italiani.
Tuttavia - annota l'Istituto - si osservano, per alcune etnie, situazioni di criticita' che andrebbero approfondite e monitorate: e' il caso ad esempio degli stranieri di origine marocchina, che evidenziano rispetto ad altre nazionalita' e agli stessi italiani una peggiore salute percepita, in particolare quella di tipo mentale. Peraltro sembrano confermarsi, anche tra gli stranieri, le condizioni di salute meno favorevoli nelle persone di status sociale piu' basso.
E' verosimile, quindi, che il vantaggio registrato mediamente nella popolazione straniera residente possa di gran lunga assottigliarsi o annullarsi se invece si includessero nel collettivo anche gli stranieri non regolari.
(Fonte: ASCA - Roma, 11 dic res-mpd/dnp/lv)

  • Scarica le tavole e la nota informativa dal sito dell'Istat
  • Redattore sociale su nota Istat
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In questo periodo di pausa dei lavori in Senato circa il “pacchetto sicurezza”, l’attenzione sugli effetti di una eventuale approvazione degli emendamenti sulla salute proposti dalla Lega Nord si è spostata a livello territoriale. Tantissime le iniziative di gruppi locali, in particolare dei GrIS e delle associazioni che ne fanno parte, che stanno producendo documenti di condanna, prese di posizione e dibattiti/incontri anche con senatori nel proprio collegio elettorale. Da segnalare la chiara presa di posizione della Federazione nazionale dei collegi IPASVI, dell’OMCeO (ordini dei medici) di Milano e di Udine che si affiancano agli Ordini di Roma, Palermo, Trento e della FNMOCeO stessa; della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia) romana; ed ancora di società scientifiche come la SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), la SICP (Società Italiana di Cure Palliative) e della SIMG (Società Italiana di Medicina Generale); o consolidate associazioni nazionali come l’AIED (Associazione Italiana per l’Educazione Demografica) ed internazionali come la rete SMES Europa (Santé Mentale Esclusion Sociale). Anche il giornale Libero del 21 novembre lancia un appello al ministro Maroni sul “dovere di cura senza condizioni”.
Di contro vanno segnalate le dichiarazioni non sempre illuminate dei sottosegretari del ministero del Welfare con delega alla sanità: se il sottosegretario Fazio nell’audizione al Comitato Schengen del 26 novembre dichiara che l’assistenza sanitaria agli immigrati irregolari “ha consentito di evitare un peggioramento della condizione di salute della popolazione immigrata, in un'ottica di salvaguardia della salute di tutti” ed afferma che “da medico, .... ogni malato, in qualsiasi condizione, abbia il massimo diritto alle cure e alla protezione perché l'ammalato è una persona in condizioni di debolezza”, la sottosegretaria Martini, due giorni prima ha sostenuto che “..si chiederà soltanto ai servizi di accettazione dei reparti ospedalieri di verificare, come avviene per i cittadini italiani, la sussistenza dei documenti di ogni paziente. E per documenti si intende la tessera sanitaria.” Ha anche aggiunto ”non si capisce perché se arriva un italiano con una ferita d'arma da fuoco si debba chiamare la forza dell'Ordine, mentre il clandestino possa essere mandato a casa”. Di fronte a queste ultime affermazioni, assolutamente non veritiere, la SIMM insieme con l’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG), ha ritenuto necessario emanare un puntuale comunicato stampa (SG).

  • Leggi comunicato stampa OISG – SIMM sulle dichiarazioni del sottosegr. Martini.

Leggi le agenzie stampa dal 16 ottobre al 26 novembre.

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