Categorie: SIMM News

Il 6 Febbraio è la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, oramai universalmente riconosciute come una violazione dei diritti fondamentali di milioni di bambine, ragazze e donne di domani, tra cui il diritto alla vita, alla parità di genere, alla non discriminazione e all’integrità fisica e mentale.

Negli anni l’aumento dei flussi migratori in Italia ha portato tutta la società e in particolar modo gli operatori sociali e sanitari, compresi i pediatri, a confrontarsi con tradizioni, riti e pratiche che fanno parte della cultura e/o della religione di appartenenza delle popolazioni migranti. Alcune di queste tradizioni, sulle quali si accendono questioni culturali ed etiche, rappresentano una grave forma di discriminazione nei confronti delle bambine. Tra le pratiche da contrastare apertamente, perché rappresentano una violazione dei diritti umani e una forma di violenza di genere, rientrano le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) e i matrimoni precoci forzati.

I dati sono allarmanti per le MGF così come del fenomeno delle spose bambine:

  • L’UNICEF stima che siano 200 milioni, in 30 paesi del mondo, le donne sottoposte a una forma di MGF e che le bambine sottoposte a tali pratiche siano, ogni anno, circa 2 milioni. Si stima che in Italia siano a rischio di MGF dal 15 al 24 % delle ragazze (15.000 circa) di età compresa tra 0 e 18 anni le cui famiglie provengono da paesi in cui si esegue tale pratica. Le ragazze a rischio di MGF in Italia per lo più provengono dall’Egitto e, in minor misura, da Senegal, Nigeria, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Etiopia e Guinea.
  • ogni anno, nel mondo, 12 milioni di bambine e ragazze si sposano prima di aver compiuto i 18 anni. Le stime del 2020 riportano quasi 000 ragazze in più nel mondo costrette al matrimonio forzato per effetto delle conseguenze economiche della pandemia, a cui si aggiungerebbero 1 milione in più di gravidanze precoci.

Nel corso degli anni, le politiche e le azioni di contrasto messe in atto in tutto il mondo hanno fatto ridurre in termini percentuali l’incidenza delle MGF e dei matrimoni precoci. Una delle azioni più efficaci di contrasto di queste pratiche è rappresentato dall’innalzamento del livello di istruzione delle bambine, future ragazze e donne, per renderle consapevoli dei loro diritti e capaci di rivendicarli.

Il 2020 sarebbe dovuto essere un'opportunità irripetibile per donne e ragazze. L'anno in cui si sarebbe dovuto sviluppare un piano quinquennale su come lavorare insieme per accelerare il progresso verso l'uguaglianza di genere, celebrando così il 25°anniversario della Dichiarazione di Pechino. Poi è arrivata la pandemia di COVID-19 e il 2020 ha segnato una battuta d'arresto ai progressi finora raggiunti per le bambine e ragazze in tutto il mondo. Se non si interviene in modo rapido e deciso, l'impatto sul loro futuro - e sul nostro futuro - sarà devastante.

Raggiungere l’eguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazzeè uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile identificati dall’ONU nel 2015, che contempla, tra l’altro, l’eliminazione di tutte le pratiche dannose, come il matrimonio precoce e forzato e le mutilazioni genitali femminili entro il 2030, … anno che, considerato tutto, non è poi così lontano.

In questa direnzione, con l’obiettivo di disseminare la sensibilità e le consapevolezze necessarie tra gli operatori di tutti i servizi, la SIMM sarà impegnata anche attraverso il progetto P-ACT, insieme ad Amref Health Italy, Università degli Studi Milano –Bicocca, Non c’è Pace Senza Giustizia, Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni –CONNGI  nei territori di Milano, Torino, Roma e Padova a partire dalla seconda metà del 2021.


 Completano questa riflessione, gli allegati:

Categorie: News Altre iniziative di advocacy

Mentre risuonano ancora i messaggi di cordoglio per la scomparsa in mare, nella notte fra il 18 e il 19 gennaio scorsi, di almeno 43 persone migranti che cercavano di raggiungere l’Europa, il 2021 si è aperto con riflessioni informali sulle politiche migratorie e dell’asilo per la negoziazione fra gli Stati Membri dei contenuti del Nuovo Patto UE e con la conseguente mobilitazione delle organizzazioni militanti per i diritti, che denunciano la violazione delle norme internazionali, europee e interne che regolano l’accesso all’asilo e delle convenzioni dei diritti umani.

Accanto ai documenti di presa di posizione di associazioni paneuropee e italiane, quali il Consiglio Europeo per i Rifugiati e gli Esuli - ECRE (una rete di promozione dei diritti di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati, in Europa e nel contesto delle politiche esterne europee, composta da oltre 100 organizzazioni non governative provenienti da 40 Paesi europei, firmatarie della dichiarazione congiunta) e l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione-ASGI (fra le organizzazioni che hanno sottoscritto la dichiarazione congiunta e autrice di una nota ad essa collegata), può risultare di particolare interesse, per gli associati SIMM che non vi abbiano preso parte attiva o non ne siano stati già informati, la consultazione della sentenza e dei documenti delle udienze della 45esima Sessione (qui il link all'archivio), sulla violazione dei diritti umani delle persone migranti e rifugiate, del Tribunale Permanente dei Popoli apertasi nel 2017 a Barcellona, proseguita anche a Palermo e conclusasi lo scorso ottobre a Berlino.

La sessione, fondata sull’assunto che le persone in movimento costituiscano un popolo, soggetto inviolabile di diritti, ha infatti esaminato numerose testimonianze anche di medici e si basa su argomentazioni proprie dell’antropologia medica.

 L’antropologia medica critica è in particolare quell’approccio che si propone di considerare, nella lettura di malattia e salute, oltre ai fattori culturali e psicologici propri dell’antropologia medica tradizionale, anche i diversi livelli individuale, sociale e globale, combinando gli apporti di vari ambiti teorici e di idee. Il suo scopo è quello di considerare  l’effetto sui corpi e sulle menti della violenza strutturale, l’impatto delle condizioni della vita quotidiana, la rilevanza degli aspetti di genere, la banalizzazione e normalizzazione di morte e sofferenza o il loro intenzionale nascondimento alla percezione del pubblico, la mobilità forzata delle persone come esito degli interessi economici prevalenti sui mercati (accordi sul commercio internazionale, sullo sfruttamento agricolo, minerario ed energetico e nei relativi esiti sui territori, anche per effetto del cambiamento climatico) e dei rapporti di potere a livello geopolitico.

L’analisi chiama anche in causa le responsabilità dell’Italia (per la sottoscrizione dei patti con la Libia, la criminalizzazione del soccorso in mare, la chiusura dei porti), della leadership tedesca e delle politiche dell’Unione (nell’esternalizzazione delle frontiere che rimuove responsabilità e visibilità delle violazioni dei diritti, nella crescente incertezza ed erosione dei diritti di immigrati e rifugiati entro il territorio dell’Unione, nell’induzione alla passività dell’opinione pubblica).

Chiama a rendere conto del tradimento di quel “mai più”, pronunciato dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e la produzione di innumerevoli rifugiati europei, alla violazione estrema dei diritti umani che aveva motivato la sottoscrizione di convenzioni internazionali sui diritti e sulla tutela della salute nonché la formazione stessa di una comunità europea.

Il Tribunale, che raccoglie e porta avanti l’eredità del Tribunale Internazionale Contro i Crimini di Guerra (nato nel 1966 per portare un giudizio sulla guerra del Vietnam e anche noto come Tribunale Russell o Russell-Sartre) e la Dichiarazione universale dei diritti dei popoli (firmata nel 1976 e conosciuta anche come Carta di Algeri), ha come Segretario Generale, dalle sue prime sessioni, l’epidemiologo lombardo Gianni Tognoni, e ha sede a Roma presso la Fondazione Basso, in quanto il senatore socialista ligure fu fra i suoi primi aderenti e più tenaci promotori.

Ciascuna delle 7 udienze della 45a sessione si compone in genere di due documenti, un atto di messa in stato di accusa e una conclusione o una sentenza (alla penultima seduta, tenutasi a Bruxelles, si trovano le conclusioni sintetiche delle precedenti, presentate al Parlamento Europeo nel 2019).

Le sentenze del tribunale hanno un valore morale, ma spesso hanno favorito cambiamenti normativi e culturali.

L’auspicio è che la sentenza e gli altri documenti del Tribunale, molto diretti nelle proprie argomentazioni e con dettagliati riferimenti normativi, possano fornire spunti di advocacy per la SIMM e per altre società scientifiche europee, nell’approssimarsi di appuntamenti di confronto sulle politiche.

 

Claudia Gambarotta

 

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Categoria: News

 

Care Socie e cari Soci,

vi scrivo, a nome di tutto il Consiglio di Presidenza della S.I.M.M., per informarvi su alcuni aspetti rilevanti della vita societaria e comunicarvi decisioni ed appuntamenti ad essi collegati.

Siamo consapevoli di come la pandemia abbia talora travolto le nostre vite, sia da un punto di vista professionale che familiare e comunque sociale ed umano. Tra le/ i socie/i della S.I.M.M. vi sono infatti professionisti di tutte le aree d’Italia - comprese quelle maggiormente colpite dal diffondersi della catena di contagio - che sono state/i e/o sono ancora direttamente impegnati come operatori addetti all’assistenza, sia in ambito pubblico che del privato sociale, ed altre/i che sono stati toccate/i nei loro affetti. Anche i più ‘fortunati’ tra noi hanno comunque vissuto un periodo difficile, dal quale stiamo tutti cercando lentamente di uscire.

Studi  epidemiologici e clinici evidenziano ormai come questa pandemia abbia amplificato le vulnerabilità sociali pre-esistenti e quindi abbia colpito anche quelle persone migranti per promuovere e difendere la cui salute esiste la nostra società scientifica.

In questo periodo, soprattutto attraverso il lavoro di rete che la S.I.M.M. ha intrapreso nel Tavolo Immigrazione e Salute – T.I.S. (vedi sua presentazione sul nostro sito: https://www.simmweb.it/997-il-tavolo-immigrazione-e-salute-tis-e-la-sua-carta-d-intenti-uno-strumento-fondamentale-di-advocacy-per-la-salute-dei-migranti-e-un-laboratorio-di-sussidiariet%C3%A0-orizzontale-per-i-diritti-di-tutti), è stata intensificata l’azione di advocacy, con una forte richiesta di coinvolgimento diretto delle Istituzioni imponendo alla agenda governativa una maggiore attenzione ai gruppi più vulnerabili (sia stranieri che italiani) della popolazione (stranieri ospitati nei centri di accoglienza, persone che vivono in insediamenti formali o informali in aree urbane o rurali, senza fissa dimora…), per i quali era ed è più cogente la definizione e la adozione di misure di accoglienza e gestione volte a tutelarli dalla possibile esposizione al contagio (ed anche a tutelare la comunità). Come i fatti di cronaca recente dimostrano, queste dinamiche non possono essere escluse da adeguati ed equi approcci di sanità pubblica. E, ovviamente, incombe sempre intorno a questa situazione il rischio, alimentato da alcuni media, della stigmatizzazione del diverso e dello sdoganamento di azioni (verbali o fisiche) di discriminazione e violenza.

Per quanto riguarda la vita interna della S.I.M.M.,  la pandemia ha prodotto un forzato annullamento del nostro Congresso Nazionale, inizialmente fissato nella seconda metà di maggio ed oggi ricalendarizzato, sempre a Roma, dal 16 al 18 dicembre di quest’anno. Al congresso era  anche collegata la nostra Assemblea generale dei soci con il rinnovo delle cariche societarie: Consiglio di Presidenza, Presidente, Revisori dei Conti. Ci siamo quindi trovati in una situazione di ‘prorogatio de facto’ e abbiamo cercato, sulla base di quanto previsto dalle norme generali che regolano l'associazionismo e specificatamente dai decreti governativi via via emanati, di capire come fosse meglio agire per il bene della S.I.M.M..

Da un punto di vista di obblighi giuridici, siamo oggi nella necessità di sottoporre per l’approvazione all’Assemblea dei Soci i Bilanci della S.I.M.M. (Consuntivo per l’anno 2019 e Preventivo per l’anno 2020) entro la fine di ottobre p.v., dopo averli approvati, come Consiglio di Presidenza, nella seduta del 23 luglio u.s..

In questa prospettiva, abbiamo deciso di fissare l’Assemblea dei Soci (e lo farò formalmente con convocazione ufficiale prima di  20 gg. dalla data di svolgimento, come previsto dall’Art. 8 del nostro Statuto), con modalità telematica (espressamente autorizzata dalle norme straordinarie) nella giornata di sabato 26 settembre 2020 (in prima convocazione alle ore 5:00 e in seconda convocazione alle ore 10.30, prevedendo di concluderla entro le 12.00).

Dopo averne lungamente discusso, abbiamo ritenuto unanimemente che, mentre la modalità telematica si prestasse ad una (oltre che doverosa) accettabile e gestibile espressione di volontà da parte dei soci (il pronunciamento di un assenso o dissenso rispetto a punti molto ben delimitati quali l’approvazione dei Bilanci), quella del rinnovo delle cariche che guideranno la S.I.M.M. nei prossimi 4 anni fosse una questione non affrontabile in modo soddisfacente in tale modalità, ma che meritasse una Assemblea Generale in presenza. Prevedere le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali impone  infatti di soddisfare le modalità e i termini previsti per la presentazione delle candidature e soprattutto la possibilità di presentarsi all’Assemblea per esporre le proprie idee ed il proprio programma in un vitale, aperto e democratico momento di rapporto diretto con tutti i soci  - come è sempre stato nei 30 anni di storia della nostra Società.

Nel Consiglio di Presidenza in particolare è maturata anche la convinzione che, per l’invio delle candidature e dei curricula almeno 30 giorni prima dell’Assemblea, con il sostegno esplicito di almeno 5 soci, fosse opportuno non mettere in difficoltà, con tempi troppo compressi, i soci che desiderino candidarsi in questo periodo estivo ancora faticoso o di breve meritato riposo.

A queste valutazioni si è aggiunta la considerazione che sia nostro dovere portare a compimento il Congresso che, su vostro mandato, abbiamo pensato e organizzato: un carico che non sarebbe stato corretto consegnare ad altri a meno di tre mesi dalla sua realizzazione.

Valutando le possibilità in tal senso offerte e garantite dalle normative vigenti, abbiamo quindi deciso di proporvi di effettuare il rinnovo delle cariche, durante il Congresso di dicembre, e precisamente in una Assemblea dei soci, in presenza, nel pomeriggio di giovedì 17 dicembre 2020 (e quindi comunque, all’interno dell’anno solare di scadenza del mandato degli attuali organismi). Per un trasparente atto di condivisione, nell’Assemblea telematica del 26 settembre - cui invitiamo tutte/i caldamente a partecipare - vi chiederemo quindi di esprimervi anche rispetto alla mozione di prorogare esplicitamente il nostro esercizio di Consiglieri di presidenza, Presidente e Revisori dei Conti fino al 17 dicembre p.v..

Speriamo di essere stati sufficientemente chiari ed informativi, ma se vi fosse la necessità di sottoporci domande o esprimere commenti potete scriverci all’indirizzo di posta ‘ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Un caro saluto e, per chi le potrà fare, buone e riposanti ferie

Maurizio Marceca

 

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