Categorie: SIMM Formazione

Progetto Walo (prog - 50) Formazione per il supporto e la presa in carico di minori stranieri vulnerabili

Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2021-2027  – Obiettivo Specifico 2. Migrazione Legale e Integrazione – Misura di attuazione 2.d) – Ambito di applicazione 2 m) – Intervento a) Capacity building, qualificazione e rafforzamento degli uffici pubblici

 “Qualificazione del sistema dei servizi territoriali rivolti a minori cittadini di Paesi terzi in condizioni di vulnerabilità psicosociale”

Il progetto WALO si inserisce in un contesto multi-provinciale toscano, 7 province, attraverso enti locali, scuole e soggetti pubblici e privati, che hanno manifestato l’interesse a qualificare e sperimentare servizi di presa in carico dei minori stranieri, in considerazione dell’emergente disagio connesso al target in particolare nella fascia adolescenziale.

L'obiettivo generale del progetto è: il POTENZIAMENTO E LA QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA DEI SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI con riferimento agli interventi rivolti ai minori cittadini di Paesi terzi in condizione di vulnerabilità psicosociale. Il progetto si declina sulle specificità connesse ai minori stranieri, anche MSNA, al fine di fornire specializzazioni e competenze essenziali agli operatori coinvolti (con riferimento ai servizi socio-sanitari, scolastici, educativi, immigrazione, accoglienza e socializzazione) per migliorare i processi di: * rilevazione delle situazioni di rischio, * identificazione precoce di casi di vulnerabilità, * individuazione di traumi e dei potenziali sviluppi; * presa in carico integrata attraverso la messa in rete dei servizi educativi, psico-sociali e sanitari. L’impatto atteso che si vuole conseguire con il progetto attiene, dunque, allo sviluppo di un modello di presa in carico che agisca sul miglioramento del benessere psico-sociale dei minori stranieri, delle relative famiglie e della comunità educante nel suo complesso, consentendo una piena integrazione sui territori e riducendone le vulnerabilità dei minori stranieri.

La SIMM, in collaborazione con l'AOU Meyer IRCCS, si occuperà più nello specifico di contribuire al rafforzamento delle competenze dei vari soggetti che rivestono un ruolo centrale nella prevenzione della vulnerabilità psicosociale dei minori stranieri nel contesto scolastico (personale scolastico, studenti, famiglie straniere) e all’implementazione sperimentale di percorsi integrati per l’identificazione precoce nel contesto scolastico di casi di vulnerabilità psicosociale e la relativa presa in carico, grazie alla messa in rete dei servizi educativi, psico-sociali e sanitari. SI intende valorizzare l’approccio partecipativo in cui tutta la cosiddetta "comunità educante" viene stimolata a sviluppare consapevolezza ed a giocare attivamente il proprio ruolo nella creazione di contesti di vita attenti ai bisogni dei minori e al benessere della stessa comunità.

Nel dettaglio, si propone di:

- agire a livello regionale per la modellizzazione e realizzazione di un percorso di capacity bulding rivolto ai professionisti della comunità educante della scuola e dei servizi socio-sanitari, che si interfacciano a loro volta con tutti gli operatori degli enti locali e degli Enti di terzo settore coinvolti nelle situazioni di vulnerabilità e nelle relazioni con le famiglie;

- rispondere alle finalità progettuali di prevenzione primaria (promuovere le competenze di vita dei minori stranieri e delle loro famiglie) e secondaria (intervenire precocemente ed efficacemente sulle situazioni di rischio) delle vulnerabilità psicosociali dei minori stranieri in due territori pilota nell’Area Vasta Centro (Firenze e Prato) in cui sperimentare un intervento integrato;

- costruire dei percorsi integrati di rafforzamento delle competenze di studenti e famiglie straniere insieme al personale formato, nell’ottica dipromuoverne l’inclusione, il benessere e l’empowerment, ed allo stesso tempo di riferimento e presa in carico per le situazioni di vulnerabilità psicosociale

 

Categorie: SIMM News
Qualche giorno fa, a Genova dov’è stato professore all’Università e primario del reparto di Hanseniologia, ci ha lasciato il prof. Enrico Nunzi, fondatore e primo presidente della SIMM. Lo vogliamo ricordare e onorare con queste parole di Riccardo Colasanti che con lui fu tra i fondatori della SIMM e primo segretario nazionale, proprio durante la presidenza del prof. Nunzi
Marco Mazzetti
 
 

Pochi giorni fa é scomparso Enrico Nunzi, uno dei soci fondatori della SIMM, leprologo di fama internazionale, da sempre sulla breccia in progetti per aiutare i più poveri.  In Africa, in America Latina, in Italia.

Per me però al di la dei titoli e delle imprese se ne va un amico. Un amico con cui ho discusso molto, ho litigato molto,  ma a cui mi sono sentito molto legato, sempre. L’amicizia non è condividere il consenso, ma i sogni, le speranze, le nobili gesta,

Lo conobbi credo nel 1986 o giú di li. All’epoca aveva a Genova la cattedra di Dermatologia. Aveva scelto questa specialità perché’ folgorato dall’incontro con Raoul Follerau, l’amico dei lebbrosi. E la lebbra si studia a dermatologia. La lebbra fu il suo cruccio, il suo campo di ricerca, la sua battaglia e i malati del morbo di Hansen, i suoi amici, la sua casa, la sua vita.

Come scienziato era riconosciuto a livello internazionale, un suo manuale di di Leprologia, è  un must nel campo.

Al San Martino di Genova, dove dirigeva il reparto di Hanseniasi, nell’antico lebbrosario, aveva creato una casa, un ambiente unico, con infermieri, medici e pazienti tutti formanti un’unica comunità.

Invidiava Padre Damiano, il santo che dedicò la sua vita alla lebbra, perché questi era divenuto lebbroso e solo così, diceva Enrico, si possono capire i malati. Solo essendo uno di loro.

Riceveva richieste di consulenza per la conferma di diagnosi di morbo di Hansen   da tutta Italia.

Aveva una mentalità francescana, visse da povero e fu povero.  Un francescano  emiliano,  Enrico era di Sissa vicino a Parma,   audace , coraggioso e allegro.

Quando si pensionò in Italia, venne a raggiungermi in Ecuador, dove lavorammo insieme in un ospedale a Loja.

Ricordo che li, sulle Ande, dopo pranzo, ci sedevamo sulla porta della casa, lui tirava fuori i sigari toscanelli (preziosissimi) e lentamente si parlava di Africa, di malattie tropicali, di diagnosi. Alla fine gli chiesi che mi facesse lezioni di dermatologia e lì nel dopo pranzo, mi insegnava la dermatologia, unico alunno, di una cattedra senza università.

Ma parlare di Nunzi è ricordare una serie di amici (che gli amici si selezionano tra loro) indimenticabili che ci hanno lasciato. Il Gatti lo scopritore del Cryptococcus neoformans o C. gattii ; Travaglino, il direttore di un famoso lebbrosario in Eritrea. Amici con cui  coincidevamo in certi momenti dell’anno. Con Travaglino poi fu leggendario quando con Enrico, due malati di lebbra  e un giornalista tentammo l’assalto al Quirinale. Ossia: senza appuntamento e fuori di ogni protocollo cercammo di incontrarci con il Presidente della Repubblica Italiana per denunciare la situazione del morbo di Hansen in Italia.  Il povero carabiniere che controllava gli accessi era sbalordito e preoccupato (lo stigma sulla lebbra è invincibile). La cosa incredibile è che dopo ore di negoziazioni con vari notabili di palazzo riuscimmo a penetrare nel Quirinale e ad incontrarci con il numero 2, ma il Presidente non c’era.

***

Con Enrico non ci sentivamo da tempo, ma mi mandò un messaggio prima di entrare in Ospedale, al San Martino,  dove mori dopo 5 giorni. Lo stesso ospedale dove aveva lavorato per tanti anni.

 Credo che mi volesse salutare. Lo chiamai. Aveva la dispnea. Ero afflitto, di sentirlo così. Gli dissi di resistere perché ci stavano lasciando tutti gli amici. Mi disse, “non ti preoccupare. Si combatte.” Nella sua fede cristiana che è la mia fede, so che è un breve distanziarsi. Ma resta il doloro amaro e agro come in ogni partenza.

Riccardo Colasanti

 

Categorie: SIMM News
La petizione della SIMM contro i CPR e le condizioni di vita al loro interno che sono gravemente lesive della salute dei reclusi è stata pubblicata sul prestigioso British Medical Journal.
Qui di seguito il link all’articolo:  https://www.bmj.com/content/384/bmj.q531
Un secondo link informa sulla campagna: https://www.bmj.com/content/384/bmj.q496 
Ringraziamo di cuore il nostro collega e socio Nicola Cocco che si è fatto promotore dell’iniziativa con grande generosità.

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