Categorie: SIMM News

Il progetto 'Sorveglianza epidemiologica e controllo del COVID-19 in aree urbane metropolitane e per il contenimento della circolazione del SARS-CoV-2 nella popolazione immigrata in Italia' è stato fortemente voluto dal Ministero della Salute, messo in campo proprio durante l’emergenza pandemica di COVID-19 e  ha previsto il coinvolgimento di diversi partner a livello nazionale, che includono istituzioni centrali, enti locali e università.

L’obiettivo è stato di descrivere l’impatto della pandemia in un gruppo di popolazione fragile quale quella immigrata, che, per diverse ragioni di ordine culturale, sociale ed economico, sperimenta uno svantaggio in termini di salute. Le attività richiamate all’interno della struttura progettuale hanno contribuito a comporre una fotografia della struttura della popolazione immigrata che insiste sul territorio nazionale e a definire l’impatto specifico in termini di salute percepita, di salute oggettiva e di accesso ai servizi sanitari e sociali, sfociando nella proposta di strumenti di intervento finalizzati a una migliore gestione del COVID-19 all’interno di questo gruppo sociale. 

pubblicazione 

Categorie: News Salute delle donne SIMM

Nell’ambito del progetto “Being a migrant woman during disasters”, è stato pubblicato uno studio che indaga la prospettiva di diversi key informants sull’impatto della pandemia COVID-19 nelle donne migranti a Milano. Per questa ricerca, sono stati intervistati 28 professionisti (mediatori culturali, personale sanitario, educatori, ecc.) che hanno lavorato durante la pandemia in 4 organizzazioni del terzo settore (Caritas Ambrosiana, EMERGENCY ONG, DARE ONG, Fondazione Progetto Arca) e in 3 ospedali pubblici (Clinica Mangiagalli, Ospedale Melloni, Ospedale Sacco). Durante la pandemia, le donne migranti sono diventate ancora più “invisibili”. È stato osservato un incremento della violenza di genere, con una diminuzione nella ricerca di aiuto, in contrasto con l'aumento dell'accesso ai centri anti-violenza tra le donne italiane nei primi mesi del lockdown. Le badanti si sono rivelate particolarmente vulnerabili, spesso perdendo il lavoro a causa della morte o del trasferimento in case di cura degli anziani a cui prestavano assistenza, o della scelta degli anziani di evitare contatti per timore di contrarre il virus. In alcuni casi, le loro sono state descritte come “semi-schiavitù”, con divieti di uscire di casa per periodi prolungati, anche quando necessitavano di assistenza sanitaria. La riduzione del reddito ha impedito a molte donne migranti di inviare rimesse alle loro famiglie nei paesi d'origine, provocando un significativo senso di impotenza e frustrazione. 

Per un quadro più completo sullo studio, si rimanda all’articolo originale 

Monica Trentin

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Categorie: SIMM News

È stata di recente pubblicata sulla rivista ‘Journal of Public Health’ una revisione sistematica di letteratura da cui emergono le disuguaglianze nella possibilità di prevenire il Covid-19 tramite un’adeguata informazione, una tempestiva diagnosi e, soprattutto, effettuando la vaccinazione, a svantaggio delle persone immigrate rispetto alla popolazione autoctona nei 53 paesi della Regione europea dell’OMS. https://link.springer.com/article/10.1007/s10389-024-02325-9 

 

La ricerca, condotta attraverso la collaborazione tra un gruppo afferente al Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università Sapienza di Roma (coordinato dal prof. Maurizio Marceca) e un gruppo afferente al Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità (coordinato dalla dr.ssa Silvia Declich e dalla dr.ssa Maria Elena Tosti), segue altre due indagini dello stesso team relative alla stessa popolazione ed area geografica precedentemente pubblicate su altre riviste internazionali.

 

La prima in ordine temporale - i cui risultati erano stati presentati al XVI Congresso nazionale della SIMM a Roma nell’ottobre del 2022 - ha fatto emergere, sostanzialmente, la maggiore esposizione delle persone immigrate al rischio di infezione da SARS-COV-2. https://bmcpublichealth.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12889-021-12466-1 

 

La seconda revisione sistematica ha invece evidenziato la maggiore esposizione delle persone immigrate affette da Covid-19 ad outcome clinici negativi rispetto alla popolazione autoctona. https://link.springer.com/article/10.1007/s12134-023-01007-x 

 

In tutte e tre le revisioni emerge, a possibile spiegazione delle disuguaglianze evidenziate, il ruolo dei determinanti sociali (anche detti ‘strutturali’) della salute.

 

Fa piacere segnalare che quasi il 40% degli autori di queste tre ricerche è iscritto alla S.I.M.M. e che si tratta in prevalenza di giovani ricercatrici.

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