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Da oltre 10 anni il Rapporto Osservasalute dedica una parte alla salute degli immigrati andando ad analizzare e valutare nel tempo alcuni indicatori adeguatamente scelti e misurati. Abbiamo un quadro autorevole e documentato, confrontabile negli anni, che fornisce elementi di conoscenza e di riflessione. Il Rapporto 2015 non può che affrontare anche il tema degli sbarchi ed in quest’ottica i dati riportati assumono particolare interesse. Nonostante alcune incertezze l’Italia, grazie a una normativa favorevole e a un sistema sanitario universalistico, è riuscita a garantire percorsi di inclusione sanitaria anche in condizioni di grande complessità organizzativa come, ad esempio, è avvenuto per i migranti in transito. I dati sulle malattie infettive riportati, seppure non allineati temporalmente a quanto è accaduto nel 2015, non mostrano trend allarmanti, anzi rassicurano sulla tenuta del sistema rispetto all’impatto di consistenti arrivi di immigrati. Il capitolo 2015 è arricchito di specifiche esperienze di best practice, e consolida quanto già descritto nelle precedenti Edizioni del Rapporto Osservasalute: gli immigrati sono una popolazione che dimostra di avere ancora problemi nell’accesso ordinario ai servizi sanitari, ma che progressivamente tende a utilizzarli, anche se tale utilizzo riguarda soprattutto gli aspetti della cura e meno quelli della prevenzione. In ambito sanitario, inoltre, non si può parlare di immigrati come di una popolazione omogenea, in quanto sia l’accesso che l’occorrenza di specifiche problematiche di salute sono condizionate dall’appartenenza culturale e, più specificatamente, dalla competenza linguistica, dalla condizione sociale e dall’approccio delle persone alla salute e alla malattia. Ci sono, infine, delle differenze geografiche evidenziate da alcuni indicatori, non spiegabili alla luce della sola distribuzione territoriale delle comunità di stranieri, ma legate, soprattutto, all’eterogeneità delle politiche locali di tutela sanitaria e accesso ai servizi. A distanza di 3 anni dall’entrata in vigore dell’Accordo tra Stato e Regioni e Province Autonome (n. 255/2012) contenente indicazioni per la corretta applicazione della normativa sull’assistenza sanitaria alla popolazione straniera, persistono ancora differenze interpretative e ingiustificate disparità di trattamento.

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In occasione del ‘Primer Congreso Ecuatoriano sobre Salud y Migracion’ della ‘Sociedad Ecuatoriana de Salud de la Migracion’ (SESMI), svoltosi a Loja dal 25 al 27 febbraio 2016 con il titolo ”El dolor de un suegno”, una delegazione della SIMM ha partecipato ai lavori congressuali ed ha attivamente collaborato alla stesura di una Carta di intenti che é integralmente riportata in allegato. La Carta é stata firmata dai Presidenti delle due Società scientifiche, Johanna Montalvo e Mario Affronti.

Al Congresso, organizzato dal “Rielo Institute for Integral Development” con il coordinamento di Riccardo Colasanti e svoltosi presso l’UTPL (Universidad Técnica Particular de Loja), hanno partecipato ricercatori ed esperti di salute e migrazione provenienti, oltre che dall’Ecuador e dall’Italia, dalla Bolivia, dall’Argentina, dal Perù, dal Cile e dagli Stati Uniti.

L’Ecuador rappresenta, rispetto al fenomeno migratorio, un ‘laboratorio’ di particolare interesse, in quanto é stato ed é tuttora paese di forte emigrazione verso paesi occidentali (tra i primi, USA, Spagna e Italia) ma é anche, al contempo, paese di immigrazione.

L’evento é stato caratterizzato da un’impostazione fortemente multidisciplinare, che ha visto i contributi di sociologi, antropologi, medici, pedagogisti, filosofi e psicologi. Molto significativa é stata la presenza degli studenti universitari (anch’essi appartenenti a diverse facoltà benché con una prevalenza di studentesse e studenti in medicina), che hanno partecipato ad animare la discussione attraverso interventi e domande. Nella sessione pre-congressuale abbiamo avuto modo di partecipare ad un laboratorio con gli studenti che - attraverso simulazioni, filmati e giochi di ruolo - si é focalizzato sul tema dell’approccio al paziente migrante, con particolare riferimento alle dimensioni della comunicazione e della ‘presa in carico’.


Le lingue ufficiali del Congresso sono state lo spagnolo e l’inglese. Nel corso della prima giornata, subito dopo l’inaugurazione (in cui erano presenti anche attori istituzionali, ed in particolare la delegata della Ministra della Salute e il delegato del Ministro sulla Mobilità umana), Mario Affronti ha presentato una relazione dal titolo “La función de las sociedades de Salud y Migracion en la Salud Publica”; nella stessa sessione sono stati affrontati dagli altri relatori i temi delle Disuguaglianze nella salute (Roberta Villalon – Argentina/USA), della Coesione sociale (Alvaro Tinajero Ecuador/USA) e delle prospettive sociologiche e antropologiche della migrazione (Gioconda Herrera e Jose Sola Villena – Ecuador); uno spazio specifico é stato inoltre dedicato ai temi dei diritti umani collegati a salute e migrazione (Gardenia Chavez – Ecuador) e della salute in una prospettiva (antropologica) psicosomatica e spirituale (Antonio Pinas Mesa – Spagna); un contributo originale é stato portato attraverso il racconto di narrazioni di emigrazione ecuatoriana negli Stati Uniti da parte di Rodrigo Astudillo (docente liceale ed esperto di racconti popolari).

La seconda giornata si é aperta con una relazione centrata sulle metodologie di ricerca quantitativa e qualitativa (Ethel Nicdao – USA), seguita da un panel dal titolo ‘Salud publica y migracion’, animato da Maurizio Marceca e Simona La Placa con delle relazioni rispettivamente intitolate “Salud y Migracion en una prospectiva de Salud publica” e “Health and assistance foreign minor’s access to health services in Italy”, che hanno stimolato un ampio dibattito e confronto di esperienze.

Sono seguite due relazioni in collegamento Skype: la prima sulla migrazione come determinante sociale della salute (Baltica Cableses – Cile) e la seconda sulla salute collegata alla mobilità occupazionale, con particolare riferimento alle patologie cardiovascolari nella comunità immigrata latina negli USA (Daniel Lopez Cavallos – Ecuador/USA).

Si é quindi svolta una sessione dedicata alla innovazione nell’istruzione universitaria, attraverso i contributi di Jose Francisco Garcia Gutierrez (Spagna/Peru’), David Acurio (Ecuador) e Victo Vaca (Ecuador).

Nell’ultima parte del Congresso é stato dato spazio agli aspetti di Psicopedagogia (Maria Fannery Suarez Berrio- Ecuador), di Etnopsichiatria ed Etnopsicologia (Monserrat Lafuente- Spagna) e di Medicina di Famiglia (Johanna Montalvo-Ecuador). A questo proposito va sottolineato come la SESMI sia nata (recentemente) proprio dalla proposta e dal coordinamento di alcuni medici di ‘medicina familiar’ e come questa sia la prospettiva su cui la SESMI spinge maggiormente per favorire la tutela della salute della popolazione immigrata presente in Ecuador e proveniente, in gran parte, da altri paesi dell’America latina con particolare riferimento alla Colombia.

Una prospettiva di particolare interesse per la SIMM riguarda la possibilità di costruire, nel prossimo futuro, un coordinamento internazionale su ‘salute e migrazione’ (scegliendo tra diverse possibili forme quali quelle di ‘federazione’, di ‘network’, di ‘think tank’ od altra); rispetto a tale prospettiva la delegazione della SIMM ha espresso un orientamento favorevole e una disponibilità a partecipare attivamente al suo processo di definizione. La dimensione internazionale sembra infatti ineludibile come spazio di riflessione condivisa “per aprire nuovi spazi e costruire traiettorie” sulla salute dei migranti, come prospettiva necessaria per ampliare ulteriormente quella rete “delle reti di reti” che, come ci ricorda Salvatore Geraci, é stata motore di tante iniziative per i diritti dei migranti nel nostro Paese e che può sempre più far sentire la propria voce e quella dei cittadini stranieri se proiettata in una dimensione più ampia, europea e mondiale.

Oltre ad esprimere una valutazione particolarmente positiva rispetto all’esperienza qui riferita, ci auguriamo che nel futuro la SIMM sia in grado di promuovere o partecipare ad altre missioni, soprattutto nei paesi da cui provengono i principali flussi migratori verso l’Italia.

A latere del Congresso é stato anche promosso un Concorso internazionale di medicina narrativa su ‘salute e migrazione’.

Per maggiori informazioni e materiali si veda il sito del Congresso all’indirizzo   http://www.saludmigracion.org/ .

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25 febbraio 2016: presentato il Rapporto di monitoraggio della campagna LasciateCientrare su accoglienza, detenzione amministrativa e rimpatri forzati: “Accogliere: la vera emergenza”. Online il rapporto su accoglienza, detenzione amministrativa e rimpatri forzati. Il quadro tratto da questo anno di attività di monitoraggio, che ha riguardato CIE, CARA, CAS, Hot spots, centri per Minori stranieri non accompagnati nonché in alcuni casi e per ragione di emergenza, anche SPRAR e centri informali, è a dir poco desolante. Il sistema accoglienza in Italia non funziona, è fronte di business, è pensato in maniera tale da non produrre inclusione sociale e mantiene gli ospiti, soprattutto i più vulnerabili, in condizioni di non raggiungere una propria autonomia. Un sistema che ad avviso degli estensori del Rapporto (LasciateCientrare insieme a Libera e Cittadinanzattiva) va ripensato in maniera strutturale, nella definizione dei percorsi, degli standard minimi da garantire ai richiedenti asilo, della definizione degli spazi di accoglienza, dei rapporti fra istituzioni ed enti gestori. Il quadro evidenziato è senza dubbio parziale e al tempo stesso estremamente grave. Grave anche sul piano della trasparenza e della gestione degli appalti e dei servizi.

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