La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) esprime disappunto ed indignazione per il lungo stallo della nave ‘Diciotti’ nel porto di Catania: circa centocinquanta persone sono state di fatto private dei diritti civili e politici sanciti dalle convenzioni internazionali sull’asilo, dalla normativa comunitaria e dalla nostra Costituzione e costretti a subire una protratta condizione di grave disagio fisico e psicologico.
La SIMM ritiene inaccettabile che sulla vita e sui corpi di questi migranti, come di altri in precedenza in situazioni analoghe (non trattandosi del primo episodio di questa natura e, abbiamo ragione di temere, nemmeno l’ultimo), si giochi una cinica contrattazione politica tra il Governo italiano e l’Unione Europea, incapaci di dare risposte democratiche credibili attraverso un’azione di mediazione diplomatica e di revisione di una normativa che si è dimostrata inadeguata per il ricollocamento e l’accoglienza di coloro che arrivano in Italia convinti di arrivare in Europa.
Come ha precisato l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) il tentativo di usare ogni arrivo di migranti come arma di pressione sulla UE è inutile rispetto agli obiettivi che il governo dichiara di perseguire poiché l’unica soluzione per la gestione comune e condivisa degli arrivi è la riforma del regolamento Dublino [1].
Nell’aderire convintamente all’appello formulato al Governo italiano dalle Associazioni del Tavolo Asilo, la SIMM desidera esprimere anche apprezzamento e solidarietà al Dott. Stefano Vella, che, con un atto di alta coscienza, coerenza e responsabilità, ha presentato le proprie dimissioni da Presidente dell’AIFA motivandolo con l’impossibilità di accettare, come medico, il trattamento riservato ai migranti della nave Diciotti [2].
Così come solidarizza con i molti operatori della salute che, accanto a una cittadinanza attiva e non più intenzionata a subire silenziosamente azioni di violazione dei diritti umani, hanno espresso la propria indignazione per la vergognosa vicenda.
In particolare in ambito sanitario, tali e tante sono state le voci di protesta che si sono levate, che Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ha voluto esprimere il sostegno a tutti i medici e al personale sanitario che si sono adoperati per accogliere i migranti della nave Diciotti [3], professionisti che, uno ad uno, incarnano con la loro testimonianza il rispetto del Codice deontologico che impone al medico il dovere di assistere tutti gli esseri umani , a prescindere dal colore della pelle, dal credo religioso, dal censo, dalla condizione sociale e giuridica e da qualsiasi altra possibile distinzione.
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