Da oltre un anno la SIMM, insieme a varie organizzazioni, si sta impegnando nel chiedere una ridefinizione dei criteri di esenzione dal ticket per alcune fasce di popolazione particolarmente deboli: inoccupati stranieri e italiani, minori stranieri non accompagnati, minori figli di STP iscritti al SSR, ENI in condizione di fragilità sociale, comunitari e non in condizione di protezione sociale, e, in particolare, richiedenti protezione internazionale e rifugiati.
Per quest’ultimi, con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 142/2015, una "erronea" interpretazione del Ministero della salute e di alcune Regioni (e Aziende sanitarie) ha ridotto ulteriormente la possibilità di esenzione del ticket a 2 mesi dalla presentazione della domanda di protezione. Oltre ad esporre l’Italia ad una nuova procedura d’infrazione delle indicazioni europee, si costringono migliaia di donne e uomini al rischio di non essere adeguatamente tutelati in un momento estremamente delicato della loro esistenza. Per questo, in accordo con ASGI (Associazione Studi Giuridici Immigrazione), con l’adesione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e dei più importanti enti e associazioni che si occupano di immigrati e rifugiati, è stata inviata una lettera al Ministero della salute in cui si chiede di dare indicazioni specifiche per politiche di esenzione dal ticket che garantiscano accesso ai servizi sanitari per questa popolazione particolarmente fragile.
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