GrIS Friuli Venezia Giulia

 

 

 

Il GrIS Friuli Venezia Giulia è nato dalla frequentazione dei suoi componenti alla SIMM ed al Master sull’immigrazione a Roma (MEMP) e dal lungo e articolato lavoro svolto negli anni scorsi con l'"Osservatorio regionale per la salute dei migranti", che rischiava di andare disperso dopo l'abolizione della legge regionale sull'immigrazione conseguente all'insediamento della nuova giunta regionale.

 

Descrizione completa GrIS Friuli Venezia Giulia, incontri, attività.



   

    

 
 

 

 

 

 

 
Anno di costituzione: 2008
Referente attuale: Valentina Brussi
Contatti
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Sede di riunione: ___
Province rappresentate: ____
Composizione
Gruppi di lavoro
Referenti precedenti
Regolamento
Scheda adesione individuale
Scheda adesione Associazioni
 

 

 

 

L’approccio proprio della Salute Globale mira a dare pieno significato e attuazione a una visione di salute come stato di benessere bio-psico-sociale oltre che come diritto umano fondamentale. Ciò significa che salute e malattia sono da considerarsi come risultati di processi non solo biologici, ma anche economici, sociali, politici, culturali e ambientali; occuparsi di Salute Globale significa prendere posizione a favore di equità e giustizia sociale, a livello locale oltre che internazionale. Con questo spirito il GrIS Friuli Venezia Giulia, come espressione territoriale della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, organizza un corso residenziale che si terrà presso l’Ordine dei Medici della provincia di Udine.

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C'è molta discussione nei territori della regione Friuli Venezia Giulia (assessori regionali, sindaci, prefetti e questori ma anche dirigenti e operatori sanitari, onlus e volontari) per affrontare alcune questioni emergenti in merito all'accoglienza anche sanitaria dei migranti richiedenti asilo. Per tale motivo il GrIS FVG ha deciso sia di essere presente in varie iniziative locali (cfr, ad es., allegato abs Convegno “Percorsi di accoglienza sostenibile” del novembre 2014 ) sia di diffondere un documento che contiene puntuali proposte:

  • in ogni area territoriale dei cinque enti del servizio sanitario regionale, sia previsto l'allestimento in tempi brevi di una idonea struttura deputata alla “primissima accoglienza”, dotata di servizi igienici e gestita da operatori in grado di riconoscere i bisogni primari e di lavorare in rete, come prerequisito essenziale per la tutela della salute e della sicurezza;
  • sia garantito un costante coinvolgimento degli enti locali per una accoglienza diffusa e inclusiva, condivisa con le comunità ampliando i posti diponibili nel modello SPRAR;
  • la Direzione centrale Salute della Regione emani direttive chiare per le modalità di fruizione del diritto alla salute, previsto dalle normative in vigore, dei richiedenti protezione internazionale, onde evitare disomogeneità territoriali e difficoltà per gli operatori;
  • l'Assessorato regionale alla Salute ribadisca l'opportunità di applicare diffusamente e omogeneamente, seppur con modalità operative differenti a seconda delle diverse organizzazioni territoriali, i protocolli regionali per percorsi sanitari di screening e di accoglienza sanitaria, a tutela della salute del singolo e della comunità, sperimentati fin dall'avvio del progetto Codroipolis e ulteriormente condivisi e consolidati nelle circolari regionali nel 2011 in occasione della cosidetta emergenza nord-Africa;
  • venga riattivato quanto prima presso la Direzione centrale Salute e Protezione sociale un Gruppo di Lavoro Tecnico per la salute dei migranti a cui partecipino operatori socio-sanitari che in questi anni hanno maturato esperienza sul campo, designati da ciascun ente del Servizio sanitario regionale e che rilevi e analizzi le diverse problematiche proponendo soluzioni pratiche derivanti anche dalle buone pratiche già in atto, ascoltando anche associazioni ed enti competenti sulla tutela e la promozione della salute dei migranti.

In attesa di conoscere i tempi dell'iter della nuova legge regionale sull'immigrazione, presso l'Assessorato regionale competente venga comunque attivato subito, senza indugi un tavolo permanente sulla Protezione internazionale e umanitaria costituito dai rappresentanti degli Enti Locali, delle Prefetture, delle Questure, delle Aziende Sanitarie, degli enti gestori del Sistema SPRAR e delle associazioni aventi pluriennale e comprovata esperienza nella gestione dei servizi di tutela, accoglienza e mediazione culturale dei richiedenti asilo e dei rifugiati.

È un corso di primo livello in cui condividere alcuni elementi indispensabili per ridurre barriere conoscitive, relazionali, organizzative e favorire un reale esercizio del diritto alla salute per tutti. Attraverso l'analisi di diverse realtà ed esperienze, s’intende offrire strumenti per pianificare un cammino d’integrazione anche in campo sanitario senza pregiudizi e semplificazioni con alcuni approfondimenti sui fattori di rischio per la salute dei gruppi di migranti più fragili. L’acquisizione da parte degli operatori socio-sanitari di competenze specifiche nell’ambito della medicina delle migrazioni favorisce il corretto accesso ai servizi sanitari da parte della popolazione migrante contribuendo a un utilizzo qualitativo e quantitativo più razionale degli stessi che ha come risultato il miglioramento della salute dei cittadini stranieri e della comunità in generale. Le domande di iscrizione entro il 23 aprile.

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