GrIS Friuli Venezia Giulia

 

 

 

Il GrIS Friuli Venezia Giulia è nato dalla frequentazione dei suoi componenti alla SIMM ed al Master sull’immigrazione a Roma (MEMP) e dal lungo e articolato lavoro svolto negli anni scorsi con l'"Osservatorio regionale per la salute dei migranti", che rischiava di andare disperso dopo l'abolizione della legge regionale sull'immigrazione conseguente all'insediamento della nuova giunta regionale.

 

Descrizione completa GrIS Friuli Venezia Giulia, incontri, attività.



   

    

 
 

 

 

 

 

 
Anno di costituzione: 2008
Referente attuale: Valentina Brussi
Contatti
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Sede di riunione: ___
Province rappresentate: ____
Composizione
Gruppi di lavoro
Referenti precedenti
Regolamento
Scheda adesione individuale
Scheda adesione Associazioni
 

 

 

 

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Allegati:
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Per garantire un futuro sereno a tutte/i le bambine e i bambini, future/i cittadine/i, con ripercussioni positive sullo stato generale di salute della popolazione, la tutela e la promozione dei diritti e della salute delle/dei minori straniere/i, richiedono che accoglienza e presa in carico siano attente e modulate sulle loro diverse problematiche giuridiche e amministrative, sociali e culturali .

Infatti le/i minori possono essere emigrate/i con una/o o con ambedue i propri genitori o ricongiunte/i ad una/o di essi dopo pochi mesi o dopo molti anni, bambine/i o già adolescenti; arrivati da adozioni internazionali oppure possono essere nati in Italia, essere figli di richiedenti asilo e rifugiati; ancora bambini soli o minori non accompagnati oppure figlie/i di genitori senza regolare permesso di soggiorno o figlie/i di rom e/o sinti.

I minori “stranieri” fra 0 e 18 anni residenti in Friuli-Venezia Giulia al 1.1.2022 sono 22.823; anche se ancora giuridicamente “stranieri” per cittadinanza, più della metà sono nati in Italia.

Un quarto sono cittadini di paesi della Unione Europea soprattutto della Romania e molto numerosi sono anche cittadini di paesi dell'Europa non UE soprattutto di Albania, Kossovo e Serbia; il 20 % cittadini di paesi africani come il Marocco e il Ghana e il 15% di paesi asiatici quali Bangladesh e Cina. Nelle scuole materne costituiscono più del 15 % dei bambini, nelle scuole elementari e medie sono fra il 10 e il 15 % degli alunni.

I minori stranieri non accompagnati attualmente in Regione FVG sono pochi più di un migliaio, maschi fra i 14 e i 17 anni provenienti soprattutto da Bangladesh, Pakistan, Kossovo e Albania; oltre la metà di loro è ospitata in centri di accoglienza di Trieste, Udine e Cividale del Friuli; altri sono ospiti di comunità più piccole diffuse nei vari paesi del Friuli.

Ma molti di più sono i minori stranieri non accompagnati che arrivano anche dall'Afghanistan e dall'Egitto, transitano per la nostra regione e poi vengono trasferiti in centri di altre regioni oppure si rendono invisibili per continuare il loro viaggio in altri stati europei.

Nell'incontro on line di mercoledì 19 gennaio alle ore 17.45 il Gruppo Immigrazione Salute del Friuli-Venezia Giulia della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni proporrà una serie di aggiornamenti su alcuni aspetti della realtà regionale e nazionale affrontando tematiche che riflettono la complessità della condizione delle bambine/i e delle/gli adolescenti “stranieri” sia in campo giuridico/amministrativo che socio-sanitario.

“Un nome a ogni nato, il diritto ad avere diritti" affronterà il tema del diritto alla registrazione anagrafica cioè dal diritto alla registrazione degli atti di nascita, cui consegue la disponibilità del certificato di nascita. Quindi si farà il punto sulla questione dell’accertamento dell’età nei minori stranieri non accompagnati e sulla complesse problematiche delle pratiche rituali cui possono essere sottoposti bambini e bambine e delle ferite anche invisibili del percorso migratorio dei richiedenti asilo e delle vittime della tratta, per concludere valutando ostacoli e difficoltà che incontra chi nella prassi quotidiana della accoglienza deve districarsi fra normative e concreta quotidiana solidarietà.

 

Gruppo Immigrazione Salute Friuli Venezia Giulia Gr.I.S. Fvg

S.I.M.M. Società Italiana di Medicina delle Migrazioni

LA SALUTE COME BENE COMUNE LA SALÛT E JE' DI DUCJ ZDRAVJE JE ZA VSIH GESUNDHEIT IST FUER ALLE ZDRAVLJE SVIMA GOOD HEALTH FOR ALL LA SANTÉ POUR TOUS LA SALUD ES PARA TODO

Dal 2009 la legge italiana impone ai migranti di esibire il permesso di soggiorno quando si
rechino agli uffici dello stato civile per registrare la nascita di un figlio in Italia.
Quella registrazione è un atto dovuto nel rispetto del diritto di ogni nuovo nato.
Persiste il rischio che il comprensibile timore di essere scoperti, possa indurre migranti irregolari
a non registrare all'anagrafe i propri figli, facendone esseri senza nome, senza identità, senza
diritti.


L’obbligo a chiedere il titolo di soggiorno, contenuto nel Testo Unico sulle Migrazioni (dlgs
286/1998 art. 6, secondo comma, cosi come modificato dalla legge 94/2009) è attualmente
aggirato da una circolare, interpretativa, o meglio "correttiva", emanata dal Ministero
dell'Interno.


E' da più di dieci anni che Augusta De Piero sostiene un costante impegno civile per chiedere
al Parlamento di modificare il comma 2 dell'articolo 6 del testo unico. Coerentemente con le
sollecitazioni di varie istituzioni internazionali, la modificazione della legge vigente è dovuta per
il rispetto del principio del superiore interesse del minore e dei diritti garantiti dalla Costituzione
italiana. Se dovesse mancare l'atto di nascita, il bambino non risulterebbe esistere quale
persona:un bambino non registrato alla nascita è invisibile, non esiste per il governo o per la legge; escluso dai diritti umani fondamentali, sarà più vulnerabile allo sfruttamento e agli abusi.

Il testo dell'intervento di Augusta De Piero in apertura dell'incontro del 19 gennaio sui minori
stranieri promosso dal Gruppo Immigrazione Salute del Friuli - Venezia Giulia.

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