La salute dell’essere umano è un tema complesso che presenta diverse sfaccettature.
Salute non è soltanto quella che il migrante cerca dal medico di medicina generale o presso un ambulatorio del volontariato quando sta male, è un fenomeno sociale, singolo e collettivo.
Tutti noi e non soltanto i migranti trascorriamo gran parte della giornata e della vita al lavoro in luoghi più o meno salubri e più o meno sicuri e con diverse forme di occupazione, regolare o irregolare. Svolgiamo lavori ‘tranquilli’ e lavori ‘difficili, pericolosi e sporchi’; questi ultimi molto spesso sono riservati ai migranti.
Ho ritenuto utile inserire nel sito di SIMM alcuni miei scritti: il capitolo su ‘migranti, lavoro e salute’ (in allegato) parte di un testo per gli studenti di Medicina e gli specializzandi di Medicina del lavoro presso l’Università Statale di Milano e un recente articolo relativo alla situazione sanitaria e lavorativa (igiene e sicurezza sul lavoro) dei migranti presenti in Italia nel periodo Covid, frutto di una indagine svolta su un campione di lavoratori in Lombardia e nelle Marche, che ha confermato le affermazioni a cui sopra si è fatto cenno.
In una visione a 360 gradi, va rinforzata e ampliata l’ottica dell’intervento della SIMM e la conoscenza della problematica specifica, allargando la prospettiva al versante sociale e lavorativo, cruciale per la sopravvivenza e per una maggiore dignità di queste persone nel nostro Paese. Ciò può prevedere il confronto e il rapporto con Servizi di Medicina del Lavoro delle ASL, con i Sindacati e le Associazioni che si occupano di migranti, al fine di stimolare la loro attenzione per un intervento a favore della igiene e sicurezza di questi lavoratori, coinvolgendo pure il mondo delle imprese per una sua sensibilizzazione alla problematica.