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Categorie: SIMM News

Con la collaborazione di soci Naga, GrIs e SIMM e di Funzionari delle aziende sanitarie, abbiamo elaborato la V° edizione del rapporto sulla vigente legislazione sanitaria nazionale per immigrati irregolarmente presenti e un'analisi della reale, attuale fruibilità delle prestazioni sanitarie nelle diverse regioni.

 

Daniela Panizzut e Pierfranco Olivani

Categorie: SIMM News

Il progetto 'Sorveglianza epidemiologica e controllo del COVID-19 in aree urbane metropolitane e per il contenimento della circolazione del SARS-CoV-2 nella popolazione immigrata in Italia' è stato fortemente voluto dal Ministero della Salute, messo in campo proprio durante l’emergenza pandemica di COVID-19 e  ha previsto il coinvolgimento di diversi partner a livello nazionale, che includono istituzioni centrali, enti locali e università.

L’obiettivo è stato di descrivere l’impatto della pandemia in un gruppo di popolazione fragile quale quella immigrata, che, per diverse ragioni di ordine culturale, sociale ed economico, sperimenta uno svantaggio in termini di salute. Le attività richiamate all’interno della struttura progettuale hanno contribuito a comporre una fotografia della struttura della popolazione immigrata che insiste sul territorio nazionale e a definire l’impatto specifico in termini di salute percepita, di salute oggettiva e di accesso ai servizi sanitari e sociali, sfociando nella proposta di strumenti di intervento finalizzati a una migliore gestione del COVID-19 all’interno di questo gruppo sociale. 

pubblicazione 

Categorie: News Salute delle donne SIMM

Nell’ambito del progetto “Being a migrant woman during disasters”, è stato pubblicato uno studio che indaga la prospettiva di diversi key informants sull’impatto della pandemia COVID-19 nelle donne migranti a Milano. Per questa ricerca, sono stati intervistati 28 professionisti (mediatori culturali, personale sanitario, educatori, ecc.) che hanno lavorato durante la pandemia in 4 organizzazioni del terzo settore (Caritas Ambrosiana, EMERGENCY ONG, DARE ONG, Fondazione Progetto Arca) e in 3 ospedali pubblici (Clinica Mangiagalli, Ospedale Melloni, Ospedale Sacco). Durante la pandemia, le donne migranti sono diventate ancora più “invisibili”. È stato osservato un incremento della violenza di genere, con una diminuzione nella ricerca di aiuto, in contrasto con l'aumento dell'accesso ai centri anti-violenza tra le donne italiane nei primi mesi del lockdown. Le badanti si sono rivelate particolarmente vulnerabili, spesso perdendo il lavoro a causa della morte o del trasferimento in case di cura degli anziani a cui prestavano assistenza, o della scelta degli anziani di evitare contatti per timore di contrarre il virus. In alcuni casi, le loro sono state descritte come “semi-schiavitù”, con divieti di uscire di casa per periodi prolungati, anche quando necessitavano di assistenza sanitaria. La riduzione del reddito ha impedito a molte donne migranti di inviare rimesse alle loro famiglie nei paesi d'origine, provocando un significativo senso di impotenza e frustrazione. 

Per un quadro più completo sullo studio, si rimanda all’articolo originale 

Monica Trentin

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