Il governo si appresta a votare il decreto immigrazione.
Dietro il pretesto di regolare le operazioni delle ONG, si cela l’ennesimo tentativo di svuotare il mare da chi garantisce il soccorso e tutela i diritti.
Se verrà approvato, il decreto introdurrà una serie di norme specifiche per le navi impegnate in azioni SAR. Ma le imbarcazioni delle ong si muovono già nel pieno rispetto del diritto internazionale, garantendo un impegno cui le istituzioni vengono meno.
Il decreto ordina alle ONG di procedere allo sbarco subito dopo ogni operazione di salvataggio, pur in presenza di altre persone in difficoltà in mare. Una misura che contrasta con quanto sancito dall’Unclos, che obbliga il capitano a prestare assistenza immediata alle persone in difficoltà.
A questo si aggiunge la recente prassi governativa di assegnare come porti di sbarco luoghi lontani dalle aree di salvataggio: di fatto, le ONG sono obbligate a trascorrere molto tempo in mare, con a bordo persone già in situazione di vulnerabilità, e senza poter effettuare altri salvataggi.
In assenza di uno sforzo di pattugliamento e soccorso statale Italiano ed europeo, l’allontanamento forzato delle navi di soccorso delle ONG aumenta il rischio di perdita di vite umane in mare.
Il decreto impone inoltre compiti eccessivi e ingiustificati al comandante della nave, che dovrebbe raccogliere i dati dei richiedenti asilo: un processo che è invece a carico degli stati e, come evidenziato dall'UNHCR, deve essere svolto solo dopo lo sbarco in un luogo sicuro e una volta soddisfatte le necessità immediate.
Con il decreto, il governo ostacola anche il lavoro dei difensori dei diritti umani, quali sono i soccorritori delle ONG in quanto forniscono assistenza salvavita.
Le ONG operano nel pieno rispetto del diritto internazionale e colmando un grave vuoto istituzionale.
E’ il governo italiano a violare il diritto marittimo internazionale, i diritti umani e il diritto europeo. Calpestando diritti e aumentando i rischi per le persone in cerca di protezione.
Con il comunicato stampa allegato, chiediamo al governo italiano di ritirare immediatamente il decreto legge appena emanato. Chiediamo a tutti i membri del Parlamento italiano di opporsi al decreto e impedirne la conversione in legge.
Il Mediterraneo è la rotta migratoria più pericolosa al mondo. Il decreto mira a tenere le navi SAR fuori dall’area di soccorso e riduce la loro capacità di assistere le persone in difficoltà. Tutto questo si tradurrà in un numero ancora più alto di naufragi.
L’Italia deve garantire una maggiore tutela dei diritti e delle persone che cercano protezione. Occorre assicurare canali legali e sicuri di accesso, non ostacolare chi tutela i diritti e la vita.
La SIMM, insieme alle altre organizzazioni aderenti al Tavolo Asilo e Immigrazione, chiede al governo e al Parlamento di fermare qualsiasi tentativo di portare indietro l’orologio della storia e dei diritti.
Il decreto legge 1/2023 va abrogato. #NonSiamoDaccordo