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Categorie: SIMM News

15 agosto 2021

Gino Strada è stato un esempio per molti, e la sua perdita ha toccato profondamente noi soci SIMM, che siamo stati abituati ad averlo coraggioso compagno di strada (e molto spesso apripista). Anni fa, quando un’improvvida proposta di legge voleva farci diventare delatori, obbligandoci a denunciare i pazienti senza permesso di soggiorno, Gino e Emergency combatterono insieme alla SIMM perché quella legge non passasse.

Nonostante i suoi impegni in giro per il mondo, la sua presenza per i diritti sanitari nel nostro paese non è mai venuta meno, fino alle lotte insieme a Emergency di questi mesi per garantire il vaccino a tutti. Dignitas in salute, salus in dignitate: il motto della nostra SIMM sembra pensato per Gino. Abbiamo chiesto alla nostra socia Graziella Sacchetti, amica di lunga data di Gino Strada, di raccontarci qualcosa di lui. Questa è la sua toccante testimonianza.

 

Grazie Gino, Maestro di Vita e Compagno di Strada, di Graziella Sacchetti

“Ciao Gino”, “Grazie Gino”: questo hanno scritto quasi tutti i giornali italiani di ieri. E anche noi vogliamo salutare questo medico, questo uomo, questo compagno di viaggio nel cammino della difesa dei diritti e della salute per tutti, che è un filo comune che unisce tutti i soci della SIMM e tante altre persone che nel nostro Paese e nel mondo promuovono ogni giorno il bene comune, la salute dell’umanità.

Gino Strada ha fatto molte cose in questi anni e non stiamo ad elencarle, l’abbiamo sentito e letto in questi giorni e anche noi aggiungiamo il nostro GRAZIE!

Qualcuno, o forse molti di noi, l’hanno conosciuto personalmente sia nel percorso professionale che affettivo. Io ho conosciuto Gino a Gibuti, circa 25 anni fa (ancora prima di conoscere la SIMM!), quando lavoravo per la Cooperazione Italiana in un ospedale materno infantile di una baraccopoli africana.

Gino non aveva ancora fondato Emergency, ed era il mio Capo Progetto: in gran parte per merito suo ho capito cosa vuol dire lavorare in un Paese in via di sviluppo. Ho re-imparato a fare una medicina d’urgenza, a non sprecare i materiali sanitari, a usare i farmaci essenziali, a ragionare su diagnosi e cure che tenessero conto delle risorse locali, sia tecnologiche che umane. Ho imparato che, durante un’epidemia di colera, curare non vuol dire solo reidratare i pazienti ma anche andare a pulire e disinfettare le latrine.

Nell’ospedale di Balbalà – questo era il nome della baraccopoli in cui operavamo – quando Gino era il ‘capo’ nessuno entrava con le armi e, nel periodo in cui si era acceso un conflitto armato nel nord del Paese, abbiamo ricoverato e curato nella stessa corsia feriti provenienti da entrambi i fronti del conflitto, posizione che procurò a Gino critiche sia dal Governo locale che… dal governo italiano!

Nel tanto tempo passato insieme, Gino ci raccontava delle mine anti uomo, della sua esperienza precedente con la Croce Rossa Internazionale. Da lui ho imparato la parola francese (a Gibuti il francese era la lingua veicolare con i locali) lâche, vigliacco: così Gino definiva la guerra con le mine antiuomo, una guerra “vigliacca”.

Questo è Gino Strada che ho conosciuto, il medico, l’uomo e il maestro che Gino ha continuato a essere, per me e per le donne e gli uomini con cui abbiamo condiviso quell’esperienza africana. E, possiamo dirlo, è stato un maestro per l’umanità intera.

È stato in quegli anni, in quel territorio africano che Gino definiva abbandonato da dio e dagli uomini, che nacque l’idea di Emergency, con Teresa e Cecilia, che erano venute a trovarlo, dato che lui ‘spariva’ dalla loro vita per mesi interi… per anni.

Poi Emergency è nata davvero: ricordo le riunioni con il gruppetto iniziale a casa di Gino, di giorno, di sera, condividendo discussioni politiche, progetti esistenziali, passioni tradite e voglia di rimettersi in gioco, insieme, su poche ma chiare parole d’ordine: no alla guerra, da qualsiasi parte venga e per qualsiasi motivazione, no alle mine antiuomo, sì al diritto alle cure per tutti, senza differenze di risorse economiche e di appartenenza etnica.

Ed è con questi fili comuni che il cammino della SIMM si è incontrato anni fa con Emergency, nella campagna nazionale “Noi non segnaliamo”, campagna vittoriosa, che ha segnato un momento importante per garantire agli stranieri presenti sul suolo italiano senza tessera sanitaria un accesso sicuro alle cure necessarie.

Con Emergency ci accomuna l’impegno ad affiancare le azioni per la salute delle popolazioni svantaggiate con ferme posizioni pubbliche, politiche. In questi anni in cui i temi della sicurezza dei profughi, vittime di violenze di ogni genere in Libia e altrove, sono purtroppo stati all’ordine del giorno, Emergency è sempre stata in prima linea, a lottare con noi.  Proprio in queste settimane a Milano abbiamo combattuto con i volontari di Emergency e con altri compagni di strada perché la Regione Lombardia garantisse la vaccinazione per il Covid agli stranieri irregolari.

Per la SIMM oggi ricordare Gino Strada vuol dire questo: continuare l’impegno nella sanità e nel sociale, con forza e determinazione, insieme, per ridare diritti a coloro cui sono stati tolti, per garantire uguaglianza dove la discriminazione ha creato povertà e miseria e ridare speranza a quell’umanità che, in questi tempi, pare averla persa.

CIAO GINO, GRAZIE GINO!

 

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Categorie: SIMM Formazione

14 settembre 2021

Dopo l'ultima revisione censuaria dell'ISTAT, all'inizio del 2021 l'8,4% della popolazione residente nel nostro Paese è composta da cittadini non italiani, immigrati in Italia essenzialmente per motivi di lavoro e per ricongiungimento familiare. Un fenomeno non occasionale ed una presenza stabile a cui si aggiunge una pressione migratoria di chi scappa dal proprio paese e ha fatto dell’Italia una tappa più o meno obbligata. La pandemia ha modificato solo in parte le dinamiche migratorie ma ha inciso sulla qualità della vita ed ha manifestato evidenti disuguaglianze su questa popolazione.

In ambito sanitario, seppur con una normativa lungimirante che favorisce la piena inclusione di questa popolazione nei percorsi di tutela e di promozione della salute, ancora esistono radicati pregiudizi, presunzioni infondate reciproche, ostacoli ingiustificati che, congiuntamente a problematiche comunicative e culturali, rendono difficile e spesso inefficace l'accesso e la fruizione dei servizi.

Questo Corso, coordinato da operatori con esperienza pluriennale nel campo della sanità delle migrazioni, è indirizzato a medici, personale infermieristico, assistenti sociali, operatori sociosanitari, mediatori culturali e altre figure professionali interessate a migliorare le loro conoscenze nella medicina delle migrazioni. È un Corso base, di primo livello, per condividere alcune acquisizioni indispensabili per ridurre barriere conoscitive, relazionali, organizzative e favorire un reale esercizio del diritto alla salute per tutti.

Vuole essere anche un'occasione d'incontro tra diverse realtà ed esperienze, per cercare di condividere sollecitazioni e approfondimenti, per pianificare un cammino d'integrazione anche in campo sanitario senza pregiudizi e semplificazioni.

Si ricorda che per la partecipazione è necessario avere il green pass.

Per informazione contattare la segreteria scientifica e organizzativa: Area Sanitaria Caritas - Dr. Gonzalo Castro Cedeno Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

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Categorie: SIMM Formazione

 

AL HIMAYA  - Formazione Multiprofessionale

Il Progetto “AL HIMAYA – Liberi dalla violenza. Programma multi-azione per il potenziamento e la qualificazione della risposta alla violenza sui minorenni stranieri a Catania, Messina, Palermo, Ragusa, Trapani” (Fami - PROG-3544) si propone come obiettivo generale di migliorare la risposta di sistema alla violenza sui minori stranieri mediante un meccanismo qualificato, coordinato e interdisciplinare, nelle cinque province di intervento.

All'interno di tale percorso, si è attivato un percorso formativo che intende promuovere un diverso approccio nella gestione e presa in carico dei casi da parte dei servizi, nel medio e lungo periodo, tale percorso è rivolto a professionisti di ambito sanitario, sociale, legale, educativo (pediatri, operatori, assistenti sociali, psicologi, avvocati, forze dell’ordine, insegnanti, etc.).

Peculiarità del training sarà la strutturazione in diversi moduli co-condotti da diversi docenti, e articolati sulle fasi che solitamente caratterizzano la gestione dei casi di violenza e sospetta violenza: intercettazione, riconoscimento, gestione casi in equipe multidisciplinari, segnalazione alle autorità giudiziarie, presa in carico psico-socio-sanitaria. Molto tempo sarà dedicato alla trattazione di casi concreti, analisi di esperienze sul campo, simulazioni, per permettere ai discenti di acquisire una visione olistica e pratico-operativa e di mettere in relazione le diverse professionalità dei partecipanti. Il senso di questa formazione/intervento non è solo, quindi, la qualificazione professionale dei discenti ma la condivisione pratica di approcci, di metodologie e processi di intervento.

Il percorso formativo proposto si compone di 12  ore di formazione – 3 mattine di 4 ore –  da remoto, accreditata per professionisti sanitari ed assistenti sociali.

Le tematiche sono organizzate in tre macro-moduli

Cosa sono la violenza e il maltrattamento e come contestualizzarli” ;

Quali sono i segni e gli indicatori della violenza” ;

“La risposta dei servizi: attivazione dei procedimenti per la presa in carico e gestione dei casi”  - 

Il corso prevede la partecipazione di 50 professionisti.

SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER LA QUINTA (ed ultima) EDIZIONE DEL CORSO: 11, 12 e 20 MAGGIO ore 9-13.30

se non sei registrato al sito SIMM, compila questa scheda

se sei già registrato al sito SIMM, compila questa scheda

 

Per qualsiasi informazione scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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