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Care socie, cari soci,

vogliamo segnalarvi l’intervista alla nostra socia onoraria Cristina Cattaneo nel programma “Il cavallo e la torre”, su RAI 3 del 2 marzo scorso, a proposito del riconoscimento delle vittime del naufragio di Cutro, in Calabria.
Come saprete, Cristina, di cui è difficile dire se sia più grande la competenza scientifica o l’umanità, fu la promotrice dell’attività di riconoscimento delle vittime di Lampedusa, 10 anni fa, e da allora è sempre in prima linea nel sostenere il diritto dei familiari a conoscere la sorte dei propri cari.
Potete trovare l’intervista (che parte dal minuto 3.00) su RaiPlay al link: https://www.raiplay.it/video/2023/02/Il-Cavallo-e-la-Torre---Perdonateci---Puntata-del-02032023-b7703770-e595-48bb-b083-db3cd5c0fdcc.html
Nella sua capacità di coniugare altissima qualità scientifica e profonda umanità Cristina è un modello per tutti noi.

 

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Dopo le parole di cordoglio, le notizie sui mancati soccorsi e quanto abbiamo sentito in questi giorni dalle caotiche, interessate e non di rado manipolatorie e ipocrite voci politiche, spesso con toni che a noi non paiono attenti alle ragioni dell’umanità, vogliamo passare a qualche riflessione in più, e proponiamo quindi ai nostri soci e a chi ci segue l’editoriale di Maurizio Ambrosini sull’Avvenire di lunedì 28 febbraio, che può essere letto anche al link

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/trovare-ora-le-risposte

Teniamo duro e stiamo uniti. Abbiamo con noi la storia e le ragioni dell’umanità.

Allegati:
Scarica questo file (Ambrosini.pdf)Ambrosini.pdf1018 kB

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Un naufragio davanti alla costa ionica della Calabria ha visto bambini, donne e uomini perdere la vita; al momento in cui scriviamo sono stati recuperati 59 cadaveri e non sappiamo quanti siano i dispersi.

Con ognuno di loro sono morti sogni, speranze, affetti e memorie.

Una ricchezza incalcolabile, com’è la vita di ciascuno di noi.

La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni è nata oltre trent’anni fa dall’idea che ogni vita vale, e così la salute di ciascuno.

Per questo oggi ci sentiamo addolorati e feriti.

Mentre sono partiti gli schiamazzi miserabili di chi vuole approfittare della situazione per accreditare le proprie posizioni politiche, vogliamo che almeno tra noi a vincere sia, oggi, il valore di ogni singola vita, e il dolore per quelle che sono andate perdute.

Al resto penseremo. Per oggi silenzio e, per chi lo desidera, una preghiera.

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