Categorie: News Altre iniziative di advocacy

Mentre risuonano ancora i messaggi di cordoglio per la scomparsa in mare, nella notte fra il 18 e il 19 gennaio scorsi, di almeno 43 persone migranti che cercavano di raggiungere l’Europa, il 2021 si è aperto con riflessioni informali sulle politiche migratorie e dell’asilo per la negoziazione fra gli Stati Membri dei contenuti del Nuovo Patto UE e con la conseguente mobilitazione delle organizzazioni militanti per i diritti, che denunciano la violazione delle norme internazionali, europee e interne che regolano l’accesso all’asilo e delle convenzioni dei diritti umani.

Accanto ai documenti di presa di posizione di associazioni paneuropee e italiane, quali il Consiglio Europeo per i Rifugiati e gli Esuli - ECRE (una rete di promozione dei diritti di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati, in Europa e nel contesto delle politiche esterne europee, composta da oltre 100 organizzazioni non governative provenienti da 40 Paesi europei, firmatarie della dichiarazione congiunta) e l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione-ASGI (fra le organizzazioni che hanno sottoscritto la dichiarazione congiunta e autrice di una nota ad essa collegata), può risultare di particolare interesse, per gli associati SIMM che non vi abbiano preso parte attiva o non ne siano stati già informati, la consultazione della sentenza e dei documenti delle udienze della 45esima Sessione (qui il link all'archivio), sulla violazione dei diritti umani delle persone migranti e rifugiate, del Tribunale Permanente dei Popoli apertasi nel 2017 a Barcellona, proseguita anche a Palermo e conclusasi lo scorso ottobre a Berlino.

La sessione, fondata sull’assunto che le persone in movimento costituiscano un popolo, soggetto inviolabile di diritti, ha infatti esaminato numerose testimonianze anche di medici e si basa su argomentazioni proprie dell’antropologia medica.

 L’antropologia medica critica è in particolare quell’approccio che si propone di considerare, nella lettura di malattia e salute, oltre ai fattori culturali e psicologici propri dell’antropologia medica tradizionale, anche i diversi livelli individuale, sociale e globale, combinando gli apporti di vari ambiti teorici e di idee. Il suo scopo è quello di considerare  l’effetto sui corpi e sulle menti della violenza strutturale, l’impatto delle condizioni della vita quotidiana, la rilevanza degli aspetti di genere, la banalizzazione e normalizzazione di morte e sofferenza o il loro intenzionale nascondimento alla percezione del pubblico, la mobilità forzata delle persone come esito degli interessi economici prevalenti sui mercati (accordi sul commercio internazionale, sullo sfruttamento agricolo, minerario ed energetico e nei relativi esiti sui territori, anche per effetto del cambiamento climatico) e dei rapporti di potere a livello geopolitico.

L’analisi chiama anche in causa le responsabilità dell’Italia (per la sottoscrizione dei patti con la Libia, la criminalizzazione del soccorso in mare, la chiusura dei porti), della leadership tedesca e delle politiche dell’Unione (nell’esternalizzazione delle frontiere che rimuove responsabilità e visibilità delle violazioni dei diritti, nella crescente incertezza ed erosione dei diritti di immigrati e rifugiati entro il territorio dell’Unione, nell’induzione alla passività dell’opinione pubblica).

Chiama a rendere conto del tradimento di quel “mai più”, pronunciato dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e la produzione di innumerevoli rifugiati europei, alla violazione estrema dei diritti umani che aveva motivato la sottoscrizione di convenzioni internazionali sui diritti e sulla tutela della salute nonché la formazione stessa di una comunità europea.

Il Tribunale, che raccoglie e porta avanti l’eredità del Tribunale Internazionale Contro i Crimini di Guerra (nato nel 1966 per portare un giudizio sulla guerra del Vietnam e anche noto come Tribunale Russell o Russell-Sartre) e la Dichiarazione universale dei diritti dei popoli (firmata nel 1976 e conosciuta anche come Carta di Algeri), ha come Segretario Generale, dalle sue prime sessioni, l’epidemiologo lombardo Gianni Tognoni, e ha sede a Roma presso la Fondazione Basso, in quanto il senatore socialista ligure fu fra i suoi primi aderenti e più tenaci promotori.

Ciascuna delle 7 udienze della 45a sessione si compone in genere di due documenti, un atto di messa in stato di accusa e una conclusione o una sentenza (alla penultima seduta, tenutasi a Bruxelles, si trovano le conclusioni sintetiche delle precedenti, presentate al Parlamento Europeo nel 2019).

Le sentenze del tribunale hanno un valore morale, ma spesso hanno favorito cambiamenti normativi e culturali.

L’auspicio è che la sentenza e gli altri documenti del Tribunale, molto diretti nelle proprie argomentazioni e con dettagliati riferimenti normativi, possano fornire spunti di advocacy per la SIMM e per altre società scientifiche europee, nell’approssimarsi di appuntamenti di confronto sulle politiche.

 

Claudia Gambarotta

 

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Care Socie e cari Soci,

vi scrivo, a nome di tutto il Consiglio di Presidenza della S.I.M.M., per informarvi su alcuni aspetti rilevanti della vita societaria e comunicarvi decisioni ed appuntamenti ad essi collegati.

Siamo consapevoli di come la pandemia abbia talora travolto le nostre vite, sia da un punto di vista professionale che familiare e comunque sociale ed umano. Tra le/ i socie/i della S.I.M.M. vi sono infatti professionisti di tutte le aree d’Italia - comprese quelle maggiormente colpite dal diffondersi della catena di contagio - che sono state/i e/o sono ancora direttamente impegnati come operatori addetti all’assistenza, sia in ambito pubblico che del privato sociale, ed altre/i che sono stati toccate/i nei loro affetti. Anche i più ‘fortunati’ tra noi hanno comunque vissuto un periodo difficile, dal quale stiamo tutti cercando lentamente di uscire.

Studi  epidemiologici e clinici evidenziano ormai come questa pandemia abbia amplificato le vulnerabilità sociali pre-esistenti e quindi abbia colpito anche quelle persone migranti per promuovere e difendere la cui salute esiste la nostra società scientifica.

In questo periodo, soprattutto attraverso il lavoro di rete che la S.I.M.M. ha intrapreso nel Tavolo Immigrazione e Salute – T.I.S. (vedi sua presentazione sul nostro sito: https://www.simmweb.it/997-il-tavolo-immigrazione-e-salute-tis-e-la-sua-carta-d-intenti-uno-strumento-fondamentale-di-advocacy-per-la-salute-dei-migranti-e-un-laboratorio-di-sussidiariet%C3%A0-orizzontale-per-i-diritti-di-tutti), è stata intensificata l’azione di advocacy, con una forte richiesta di coinvolgimento diretto delle Istituzioni imponendo alla agenda governativa una maggiore attenzione ai gruppi più vulnerabili (sia stranieri che italiani) della popolazione (stranieri ospitati nei centri di accoglienza, persone che vivono in insediamenti formali o informali in aree urbane o rurali, senza fissa dimora…), per i quali era ed è più cogente la definizione e la adozione di misure di accoglienza e gestione volte a tutelarli dalla possibile esposizione al contagio (ed anche a tutelare la comunità). Come i fatti di cronaca recente dimostrano, queste dinamiche non possono essere escluse da adeguati ed equi approcci di sanità pubblica. E, ovviamente, incombe sempre intorno a questa situazione il rischio, alimentato da alcuni media, della stigmatizzazione del diverso e dello sdoganamento di azioni (verbali o fisiche) di discriminazione e violenza.

Per quanto riguarda la vita interna della S.I.M.M.,  la pandemia ha prodotto un forzato annullamento del nostro Congresso Nazionale, inizialmente fissato nella seconda metà di maggio ed oggi ricalendarizzato, sempre a Roma, dal 16 al 18 dicembre di quest’anno. Al congresso era  anche collegata la nostra Assemblea generale dei soci con il rinnovo delle cariche societarie: Consiglio di Presidenza, Presidente, Revisori dei Conti. Ci siamo quindi trovati in una situazione di ‘prorogatio de facto’ e abbiamo cercato, sulla base di quanto previsto dalle norme generali che regolano l'associazionismo e specificatamente dai decreti governativi via via emanati, di capire come fosse meglio agire per il bene della S.I.M.M..

Da un punto di vista di obblighi giuridici, siamo oggi nella necessità di sottoporre per l’approvazione all’Assemblea dei Soci i Bilanci della S.I.M.M. (Consuntivo per l’anno 2019 e Preventivo per l’anno 2020) entro la fine di ottobre p.v., dopo averli approvati, come Consiglio di Presidenza, nella seduta del 23 luglio u.s..

In questa prospettiva, abbiamo deciso di fissare l’Assemblea dei Soci (e lo farò formalmente con convocazione ufficiale prima di  20 gg. dalla data di svolgimento, come previsto dall’Art. 8 del nostro Statuto), con modalità telematica (espressamente autorizzata dalle norme straordinarie) nella giornata di sabato 26 settembre 2020 (in prima convocazione alle ore 5:00 e in seconda convocazione alle ore 10.30, prevedendo di concluderla entro le 12.00).

Dopo averne lungamente discusso, abbiamo ritenuto unanimemente che, mentre la modalità telematica si prestasse ad una (oltre che doverosa) accettabile e gestibile espressione di volontà da parte dei soci (il pronunciamento di un assenso o dissenso rispetto a punti molto ben delimitati quali l’approvazione dei Bilanci), quella del rinnovo delle cariche che guideranno la S.I.M.M. nei prossimi 4 anni fosse una questione non affrontabile in modo soddisfacente in tale modalità, ma che meritasse una Assemblea Generale in presenza. Prevedere le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali impone  infatti di soddisfare le modalità e i termini previsti per la presentazione delle candidature e soprattutto la possibilità di presentarsi all’Assemblea per esporre le proprie idee ed il proprio programma in un vitale, aperto e democratico momento di rapporto diretto con tutti i soci  - come è sempre stato nei 30 anni di storia della nostra Società.

Nel Consiglio di Presidenza in particolare è maturata anche la convinzione che, per l’invio delle candidature e dei curricula almeno 30 giorni prima dell’Assemblea, con il sostegno esplicito di almeno 5 soci, fosse opportuno non mettere in difficoltà, con tempi troppo compressi, i soci che desiderino candidarsi in questo periodo estivo ancora faticoso o di breve meritato riposo.

A queste valutazioni si è aggiunta la considerazione che sia nostro dovere portare a compimento il Congresso che, su vostro mandato, abbiamo pensato e organizzato: un carico che non sarebbe stato corretto consegnare ad altri a meno di tre mesi dalla sua realizzazione.

Valutando le possibilità in tal senso offerte e garantite dalle normative vigenti, abbiamo quindi deciso di proporvi di effettuare il rinnovo delle cariche, durante il Congresso di dicembre, e precisamente in una Assemblea dei soci, in presenza, nel pomeriggio di giovedì 17 dicembre 2020 (e quindi comunque, all’interno dell’anno solare di scadenza del mandato degli attuali organismi). Per un trasparente atto di condivisione, nell’Assemblea telematica del 26 settembre - cui invitiamo tutte/i caldamente a partecipare - vi chiederemo quindi di esprimervi anche rispetto alla mozione di prorogare esplicitamente il nostro esercizio di Consiglieri di presidenza, Presidente e Revisori dei Conti fino al 17 dicembre p.v..

Speriamo di essere stati sufficientemente chiari ed informativi, ma se vi fosse la necessità di sottoporci domande o esprimere commenti potete scriverci all’indirizzo di posta ‘ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Un caro saluto e, per chi le potrà fare, buone e riposanti ferie

Maurizio Marceca

 

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9 luglio, raggiunto l’accordo tra Stato, Regioni e Province Autonome con l’approvazione del nuovo Protocollo per l’accertamento dell’eta’ dei minori non accompagnati.

Sul tema aveva lavorato a lungo il Tavolo Interegionale Immigrati e Servizi Sanitari della Commissione Salute della stessa Conferenza Stato Regioni, in collaborazione con le Istituzioni, le Società Scientifiche e le organizzazioni coinvolte sul tema, che aveva prodotto il Protocollo per l’identificazione e per l’accertamento olistico multidisciplinare dell’età dei minori non accompagnati approvato in Conferenza delle Regioni nel marzo 2016, accompagnato dal DPCM n. 234/16. A partire dal protocollo del 2016, in questi anni diverse buone prassi sono state attivate nei territori e nel corso delle prime sperimentazioni si è rilevato, e particolarmente apprezzato, il fatto che con esso si tentava di superare la logica operativa settoriale, indicando viceversa, una operatività cooperativa intersettoriale e interdisciplinare tra gli attori coinvolti: dall'assistente sociale allo psicologo dell’età evolutiva e/o il neuropsichiatra infantile, al pediatra e infine al mediatore culturale. Il presupposto era infatti  la volontà di accogliere e rispondere ai bisogni complessi della persona con un approccio olistico ed integrato tra le diverse professioni, avendo particolare premura nell’individuare i luoghi e i dispositivi - come la mediazione culturale- affinché tale processo fosse un passaggio all’interno di un percorso di riconoscimento di diritti. A questo impianto si affianca nel 2017 la legge 47- cosidetta ZAMPA - che dispone la determinazione dell’età di un presunto minore solo quando ci sia fondato dubbio su quanto dichiarato (art.19-bis) e dopo l’esecuzione delle altre possibili pratiche d’identificazione e quindi in extrema ratio.

Come SIMM, congiuntamente alla SIP, già ci eravamo espressi nel luglio del 2017 sugli accertamenti strumentali e su tutta la procedura - condividendo, oltre agli aspetti clinici e scientifici, gli aspetti etici e deontologici con la FNMCeO.

Il protocollo appena approvato, pur mantenendo un approccio multidisciplinare, purtroppo sembra accantonare quello olistico e ancor di più quello integrato, prevedendo il coinvolgimento sequenziale dei diversi professionisti. Tale processualità rischia di indebolire l’obiettivo prefissato, cioè quello di uniformare le prassi e garantire diritti su tutto il territorio nazionale, di rispondere a bisogni complessi della persona - in questo caso presunto minore - e sembra non poter arginare un’eventuale discrezionalità nella sua applicazione, soprattutto al fine di ridurre il margine di errore nella stima di un’età che, comunque, non sarà mai certa.