Advocacy

L'advocacy per il diritto alla salute ed all'assistenza per tutti, senza esclusioni, costituisce uno degli elementi che caratterizzano la SIMM.

Attraverso un articolato processo partecipativo, è stato elaborato un documento di riferimento per l'advocacy che permette la condivisione di un linguaggio comune all’interno della SIMM relativamente a questo tema e la definzioned di ruoli e compiti che i diversi organi della SIMM (Consiglio di Presidenza-CdP, Organismo di Collegamento Nazionale-OCN, Gruppo di Coordinamento dei GrIS e GrIS) e i singoli soci possono assumere in tutti i casi in cui venga deciso di promuovere, organizzare e partecipare ad un’azione di advocacy in favore del diritto alla salute e assistenza sanitaria senza esclusioni.

Il documento presenta i principi generali di applicazione dell’advocacy nell’ambito della SIMM; individua gli attori e ne propone i compiti; identifica le procedure
raccomandate per l’interlocuzione tra gli attori della SIMM e tra questi e l’esterno.

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Lettera delle organizzazioni medico-umanitarie al Parlamento:
“Correggere decreto per garantire il diritto alla salute”


25 ottobre 2018 - Il Decreto “Immigrazione e Sicurezza” comporta serie implicazioni per il diritto alla salute delle persone migranti, richiedenti asilo e rifugiate sul territorio italiano, sia rispetto alla possibilità di accedere pienamente al Servizio Sanitario Nazionale, sia rispetto alle condizioni sociali che concorrono a determinare la salute fisica e mentale delle persone. È quanto denunciano le principali organizzazioni medico-umanitarie ¬italiane impegnate sui temi delle migrazioni e dell’asilo, in una lettera inviata oggi ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato, in vista della discussione del Decreto che si svolgerà nei prossimi giorni.

La prima preoccupazione riguarda l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che porterà un maggiore tasso di irregolarità e una conseguente maggiore vulnerabilità in termini di salute. Inoltre, sebbene siano previsti permessi per gravi motivi di salute, non è chiaro con quali criteri verranno assegnati, mentre la loro minore durata e non convertibilità in permessi di lavoro limiterà la possibilità di accedere all’assistenza sociale e ai percorsi di integrazione.

Altrettanto preoccupante è la riforma del sistema di accoglienza Sprar, considerato un modello virtuoso in tutta Europa, che sarà destinato esclusivamente alle persone titolari di protezione internazionale e dei nuovi permessi di soggiorno per casi speciali, nonché ai minori stranieri non accompagnati. In questo modo le persone richiedenti asilo resteranno escluse dai percorsi di formazione e integrazione previsti dagli Sprar e saranno costrette a lunghe permanenze nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), con ripercussioni anche gravi in termini di salute fisica e psichica. Questa situazione coinvolgerà anche persone vulnerabili come anziani, donne incinte, persone affette da disabilità, genitori soli con figli minori, tortura o violenze, che verranno inserite in centri che non prevedono misure adeguate alle loro specifiche vulnerabilità.

“La tutela della salute si realizza attraverso un pieno accesso ai servizi sanitari, ma anche attraverso la tutela di condizioni sociali come casa, reddito, istruzione, ambiente di vita e di lavoro, che determinano la salute fisica e mentale delle persone. Tanto più quando si tratta di persone sopravvissute a traumi estremi e abusi gravissimi nel Paese di origine e lungo la rotta migratoria. Il decreto mina seriamente tutto questo” dichiarano le organizzazioni firmatarie della lettera.

A completare il quadro, continua la lettera, l’allungamento dei tempi di trattenimento negli hotspot e nei Centri di Permanenza e Rimpatrio (ex CIE), per cui persone che non hanno commesso alcun reato potranno esser sottoposte a periodi di detenzione fino a 7 mesi, al termine dei quali il loro futuro resterà comunque incerto; la mancata iscrizione all’anagrafe dei residenti che, nonostante le rassicurazioni, rappresenta di fatto un ostacolo per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale; il divieto di ingresso in alcune aree delle città (il cosiddetto Daspo urbano) che, quando applicato ai presidi ospedalieri, ostacola l’accesso alle cure, limitando i diritti costituzionali e violando il codice di deontologia medica.

La lettera è stata sottoscritta da Centro Astalli, Emergency, INTERSOS, Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, Medici contro la Tortura, Médecins du Monde, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere e inviata ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica e per conoscenza ai Presidenti di Camera dei Deputati e Senato e ai Ministri dell’Interno e della Salute. Molte delle criticità indicate sono già state sottoposte all’attenzione del Parlamento, in sede di audizione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, e sono ora incorporate in proposte di emendamento avanzate da alcuni parlamentari. In caso di mancato emendamento nella direzione auspicata, le organizzazioni firmatarie esprimono la loro ferma opposizione alla conversione in legge del Decreto.

Il testo integrale della lettera in allegato.

Categorie: News Advocacy

 

Il Consiglio di Presidenza della SIMM, in maniera condivisa con il proprio Gruppo di coordinamento dei GrIS - Gruppi Migrazione e Salute, ha espresso il sostegno alla posizione di alcuni sindaci a favore del riconoscimento della residenza ai richiedenti protezione e alla loro iscrizione tempestiva al Servizio Sanitario Nazionale. E' stata predisposta una lettera aperta all'ANCI, a partire da una proposta del GrIS Liguria, con cui si è voluto riconoscere come opportuna l'ipotesi di concedere la residenza a persone richiedenti protezione internazionale.

Già nel comunicato “Il decreto immigrazione e le implicazioni per la salute” la SIMM aveva sottolineato che la mancata concessione della residenza costituisce un vulnus rilevante al diritto alla salute e all'assistenza sanitaria, pur garantita dalla legge alle persone migranti. Nella lettera si è nuovamente messo in rilievo che, in assenza di una residenza riconosciuta, potrebbe essere impedita l'iscrizione al SSN dei richiedenti protezione internazionale che, pur avendone diritto in quanto l’iscrizione obbligatoria si fonda sulla titolarità del permesso di soggiorno, si vedrebbero di fatto negata l'iscrizione all’anagrafe sanitaria e la piena fruibilità del diritto alle cure.

La SIMM confida che l'ANCI voglia esprimersi a favore del riconoscimento della residenza ai richiedenti protezione e alla loro iscrizione tempestiva al SSN, secondo quanto stabilito dal TU sull’immigrazione tuttora in vigore (D.Lgs. 286/98), la cui lettera deriva direttamente dall’art. 32 della Costituzione della Repubblica. E ha espresso il proprio sostegno alle ulteriori iniziative che l’ANCI vorrà intraprendere per limitare l’impatto negativo sulla salute e sull’accesso agli altri servizi che promuovono l’inclusione delle persone straniere derivanti dall’applicazione del cosiddetto Decreto sicurezza, già denunciato dalla SIMM nel comunicato precedentemente citato.

Allegati:
Scarica questo file (LetteraAperta_ANCI_SIMM.pdf)Lettera aperta all'ANCI146 kB

Categoria: Advocacy

La Scheda di segnalazione casi di mancata fruizione di servizi/prestazioni sanitari ha la finalità di raccogliere, in modo documentato ed uniforme, la segnalazione di situazioni di mancato adempimento o difforme applicazione della normativa sanitaria attualmente in vigore sui diritti assistenziali dei migranti a diverso titolo presenti sul territorio nazionale.

L’obiettivo di cui la Scheda vuole essere strumento è duplice:

  1. esercitare una credibile azione di advocacy (in favore delle comunità straniere) verso le istituzioni sanitarie regionali e locali attraverso una capacità di segnalazione/denuncia circostanziata della mancata accessibilità o fruibilità dei servizi e delle prestazioni di cui l’utente straniero avrebbe diritto, tramite l’individuazione delle principali barriere /criticità organizzative;
  2. attivare, quando richiesto e possibile, interventi di supporto/advocacy individuale verso le istituzioni sanitarie locali sui singoli casi oggetto di segnalazione.

La Scheda, inizialmente predisposta dalla SIMM, è stata poi condivisa con tutte le associazioni / organizzazioni medico umanitarie impegnate nella promozione e tutela della salute dei migranti e facenti parte del ‘Tavolo Immigrazione e Salute’; i dati risultanti dalla compilazione delle Schede sono pertanto un prodotto comune di tutti coloro che vi hanno partecipato.

Il compilante può richiedere che i suoi dati non vengano riferiti a terzi al di fuori del Consiglio di Presidenza SIMM, Gruppo di Coordinamento dei GrIS e referente del GrIS in cui è avvenuto il caso segnalato.

Ai fini del perseguimento dell’obiettivo 1), i dati risultanti dal complesso delle Schede inviate saranno trattati in maniera aggragata ed anonima per elaborazioni di sintesi finalizzate alla produzione di Report periodici, che potranno prestarsi a iniziative di informazione/sensibilizzazione /denuncia pubblica o di formazione/aggiornamento degli operatori.

Ai fini del perseguimento dell’obiettivo 2), i dati risultanti dalla singola Scheda compilata ed inviata saranno utilizzati per la presa in carico della persona migrante / utente. A tal fine, è particolarmente importante che il compilante specifichi se desidera che il caso venga preso in carico dal Gruppo Immigrazione e Salute (GrIS) regionale della SIMM, laddove presente.

Al termine della compilazione il sistema spedirà direttamente una copia della Scheda al compilante ed una alla SIMM, in particolare al Gruppo di Coordinamento dei GrIS e al referente del GrIS della Regione/P.A. in cui è avvenuto il caso segnalato, laddove presente.

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