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Nella seduta serale del 5 novembre u.s. delle Commissioni riunite I e II del Senato, al momento della votazione, è stato stralciato l’emendamento 18.0.8. Pare che il Governo abbia convinto la Lega a presentare parere negativo all’atto della votazione.

Il pressing tecnico-politico-deontologico ha dato un suo primo frutto.

Non c’ è da festeggiare per la riuscita (almeno fino ad oggi: il testo del ddl passerà in aula e probabilmente sarà ulteriormente modificato) dell’impegno della SIMM e di tante altre organizzazioni che ha portato al ripensamento sull’emendamento di nostro interesse, ma c’è comunque da essere seriamente preoccupati per il resto! Esistono infatti “determinanti politici” alla salute: scelte dettate da approcci esclusivamente ideologici, producono condizioni tali che escludono o compromettono percorsi di salute, indipendentemente dell’organizzazione dei servizi sanitari o da specifiche politiche sanitarie.

Sul sito di Stranieri in Italia, nell'archivio Briguglio, troverete l'elenco dei principali emendamenti al ddl sicurezza (A.S. 733) approvati dalle commissioni I e II del Senato (l'elenco completo e' allegato al resoconto della seduta del 5 Novembre). Questo il commento di Sergio Briguglio: “se questi emendamenti resisteranno al prosieguo dell'esame parlamentare ne sortira' una disciplina dello straniero tale da far rimpiangere la Bossi-Fini. Penso non solo e non tanto alle sanzioni su ingresso e soggiorno illegale, quanto ai 200 euro per ogni richiesta di rinnovo del permesso (pensate a una famiglia di cinque persone...), agli esami di lingua per il rilascio del permesso CE per soggiornanti di lungo periodo, al contratto di integrazione a punti per poter soggiornare in Italia, al controllo della idoneita' dell'alloggio per ottenere l'iscrizione anagrafica, etc.” (SG)

  • Articolo di Immigrazioneoggi sugli emendamenti approvati

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In prossimità dell’esame, nelle Commissioni riunite I e II del Senato, degli emendamenti al ddl "sicurezza" (A.S. 733) la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni rinnova l’appello a ritirare o respingere l’emendamento che modifica l’art. 35 del T.U. sull’immigrazione. Un atto inutile e dannoso, anzi pericoloso. Un emendamento di 5 senatori della Lega, propone l'abolizione del divieto di segnalazione alle autorità degli immigrati senza permesso di soggiorno che richiedono assistenza sanitaria. Prevede anche la segnalazione per coloro che non possono pagare le prestazioni sanitarie. Gli effetti di tali modifiche possono essere devastanti sul piano del diritto individuale e della salute pubblica oltre che essere inaccettabili sul piano deontologico.
Forte della condivisione sia in ambito scientifico che professionale con significative prese di posizioni, ad esempio, della Società Italiana di Pediatria, dell’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale, dell’Associazione Culturale Pediatri, della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, del Consiglio Nazionale dell’ordine degli Assistenti Sociali (vedi adesioni sul sito www.simmweb.it), la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), unitamente a Medici senza Frontiere (MSF) e Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), chiede di ritirare o di respingere l’emendamento (18.0.8) che modifica l’art. 35 del T.U. sull’immigrazione.

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L’europarlamentare del Prc Vittorio Agnoletto lancia un appello ai parlamentari italiani affinchè «respingano l'emendamento sull'immigrazione, che propone l'abolizione del divieto di segnalazione alle autorità degli immigrati senza permesso di soggiorno che richiedono assistenza sanitaria e la segnalazione per coloro che non possono pagare le prestazioni sanitarie». Per Agnoletto, «l'accoglimento di tale emendamento produrrebbe un ostacolo sostanziale al ruolo di garanzia del diritto alla salute attualmente svolto dal servizio sanitario pubblico sia nei confronti dei singoli che della collettività. Un ruolo e un servizio - continua Agnoletto - che sono ritenuti esemplari in Europa e che invece qualcuno nel nostro Paese vuole cancellare in nome di una pericolosa idea di differenziazione di diritti tra italiani e stranieri». (Adnkronos).