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Sono 2 milioni e 412 mila le famiglie italiane che ricorrono ai servizi di collaboratori domestici che nel 2009 hanno raggiunto la cifra record di 1 milione e 538 mila. Dall'indagine Censis, presentata nel luglio u.s., emerge l'identikit di queste figure professionali: si tratta di donne (82,6%) e stranieri (71,6%) provenienti dall'Europa dell'Est, in particolare Romania (19,4%), Ucraina (10,4%), Polonia (7,7%) e Moldavia (6,2%). Il 51,4% ha meno di 40 anni (il 57,3% tra gli stranieri) e, tra gli stranieri, il livello di istruzione è piuttosto alto: il 37,6% possiede un diploma di scuola superiore e il 6,8% una laurea, contro rispettivamente il 23,2% e il 2,5% dei collaboratori domestici italiani. La maggioranza (55,4%) lavora per una sola famiglia, mentre il 44,6% è "pluricommittente". La paga mensile media è di 900 euro netti. Ma per una fetta consistente dei collaboratori domestici (il 32,4%) la retribuzione netta mensile supera la soglia dei 1.000 euro (il 14,6% guadagna più di 1.200 euro). Il rapporto Censis diffonde cifre piuttosto preoccupanti riguardo ai rischi a cui sono quotidianamente esposti i collaboratori domestici. Nel 2008 sono stati registrati 3.576 infortuni riguardanti il personale domestico, di cui 2 mortali. Infine il Censis fornisce alcuni dati riguardanti il lavoro nero. A lavorare completamente in nero sono il 53,9% dei collaboratori domestici italiani e il 34,7% degli stranieri, interessati ad avere un contratto per ottenere il permesso di soggiorno. Al Sud il livello di irregolarità sale al 72,7%, con il 58,8% dei collaboratori domestici che dichiarano di essere totalmente irregolari.

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Uno dei siti specifici più frequentati della rete è quello che fa capo alla rete toscana dell’HPH (Progetto Health Promoting Hospitals avviato dall’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993). Esso ha una sezione dedicata alla condivisione di materiali multilingue riguardanti la salute degli immigrati. Si possono trovare argomenti relativi alla salute della donna, del bambino, alla prevenzione nei lavoratori in edilizia, leggi, regolamenti, malattie infettive, accesso in ospedale, etc., tutti tradotti da 4 a 29 lingue. Questa iniziativa può contribuire a risolvere molte situazioni dove l'accesso alle strutture sanitarie è "difficile" per l'utente non italiano, così come possa risolvere molte problematiche per gli operatori sanitari, infermieri, medici ospedalieri e territoriali. Si può accedere al sito su www.retehphtoscana.it, una volta aperto cliccare su documenti (si trova in alto a sinistra) e poi su gruppo HPH intercultura. Da lì si apriranno tutta una serie di "valigette" all'interno delle quali si trovano i file raggruppati per argomento.

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Nel maggio 2010, l’INAIL ha pubblicato un opuscolo che fornisce informazioni e indicazioni pratiche a coloro che lavorano in Italia da poco tempo e non conoscono ancora bene la lingua, le leggi e le istituzioni del Paese. È una sorta di guida dal linguaggio semplice e chiaro che richiama l'attenzione alla sicurezza nei luoghi di lavoro, alla tutela dei lavoratori stranieri e delle loro famiglie. L'opuscolo è stato tradotto in dieci lingue: Albanese, Arabo, Francese, Inglese, Polacco, Portoghese, Romeno, Spagnolo, Tagalog/Filippino, Ucraino. E’ scaricabile in rete.

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