Categoria: News

Medici, pediatri, infermieri ed altri operatori sanitari riunitisi a Chieti proprio nel giorno del 21° anniversario della Convenzione di New York (20 novembre), hanno condiviso dati, esperienze e progetti per la tutela della salute dei bambini stranieri in Italia. La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, ha voluto sottoscrivere il documento finale di quel lavoro, proprio nella giornata mondiale dei diritti umani (10 dicembre), a sottolineare l’importanze delle proposte fatte. Una delle necessità psichiche fondamentali durante l’età evolutiva è quella della stabilità. I bambini hanno bisogno di sapere di avere un luogo e un tempo sicuri in cui crescere e progettare il proprio futuro. Politiche migratorie che tengano le famiglie in condizioni di precarietà, ad esempio con permessi di soggiorno a cadenza annuale o biennale, che comportano nei bambini un’incertezza anche riguardo alla possibilità di poter continuare il loro percorso scolastico nell’anno successivo, sono potenzialmente assai nocivi sia per la crescita psicologica che per il senso di appartenenza sociale di quelli che saranno gli italiani di domani. Così come lo sono scuole in cui l’inserimento e lo sviluppo di un senso di appartenenza siano ostacolate da norme o risorse (economiche e pedagogiche) non adeguate alle necessità. In particolare tre punti appaiono ormai ineludibili per prospettare le basi di un sereno convivere sociale e per garantire la salute psichica e fisica ai bambini stranieri oggi: accesso alla cittadinanza per coloro che nascono e/o crescono in Italia: abbiamo bisogno di questi nuovi italiani; iscrivere ogni bambino al Servizio sanitario nazionale, indipendentemente dal proprio status giuridico: un pediatra per ogni bambino; estendere il permesso di soggiorno per gravidanza oltre i 6 mesi previsti attualmente: un futuro per ogni mamma. Accanto a queste principali proposte, i medici ed i pediatri italiani, dettano l’agenda per i prossimi governi per una politica sull’immigrazione che metta al centro il bambino e la sua famiglia, reale fondamento della società del domani.

  • 2010: Leggi l’intero documento.
  • 2005: Raccomandazioni II Convegno Nazionale Congiunto
  • 2007: Raccomandazioni III Convegno Nazionale Congiunto

Categoria: News

L’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Bergamo, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, la Caritas Diocesana ed oltre una decina di consiglieri comunali avevano proposto alla Giunta Comunale di Bergamo, per un segno di riconoscenza civica, l’Associazione Oikos. Si tratta di una associazione di volontariato che da anni gestisce, in locali messi a disposizione dagli Ospedali Riuniti di Bergamo, un ambulatorio di medicina generale per cittadini non aventi diritto all’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (tra di essi rientrano buona parte dei cittadini extracomunitari senza permesso di soggiorno, ma anche un certo numero di cittadini UE sprovvisti di copertura sanitaria da parte del proprio paese di origine). La presidente dell’Oikos, socia SIMM, è anche portavoce del GrIS Lombardia. La proposta è stata purtroppo respinta dalla Giunta Comunale che ha accettato il niet imposto dalla Lega e ha ritenuto non meritevole l’attività di Oikos perché rivolta anche ai cittadini stranieri irregolari. Ancora una volta si è persa l’occasione per ridurre un clima di tensioni ed attriti politici e sociali che certamente fa male a tutti, italiani e stranieri! (SG)

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La Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) prende le difese del personale medico dell'ospedale San Paolo di Milano, che rischia una denuncia per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina dopo aver curato e dimesso uno degli immigrati saliti lo scorso 5 novembre sulla torre ex Carlo Erba, nel capoluogo lombardo, per chiedere la sanatoria e protestare per le condizioni di "sfruttamento" degli stranieri. «Bisogna capire quale sia esattamente la questione sollevata» ha affermato il presidente Fnomceo Amedeo Bianco. «Ad ogni modo, abbiamo sempre detto e ribadiamo anche adesso che il medico, in base all'articolo 1 del Codice deontologico, cura le persone senza distinzione di sesso, età, etnia e provenienza». Dunque, ha aggiunto Bianco, «il rispetto di questo articolo del Codice impedisce qualunque azione volta a ridurre il compito del medico». In qualità di Ordini dei medici, ha inoltre affermato Bianco, «non siamo assolutamente disponibili a diventare strumenti, diretti o indiretti, di selezione per l'accesso alle cure; questo nel rispetto dei principi della Costituzione oltre che del Codice deontologico». Da Doctornews del 30 novembre 2010

  • http://portale.fnomceo.it/PortaleFnomceo/showItem.2puntOT?id=79637