31 dicembre 2020
Care amiche e cari amici della SIMM,
a causa di una fortunata combinazione, quest’anno abbiamo l’opportunità e il privilegio di farvi gli auguri insieme, il presidente emerito della Società, Maurizio, e quello entrante, Marco.
Come sapete, infatti, il 17 dicembre scorso è stato eletto il nuovo Consiglio di Presidenza, che è quasi interamente nuovo. È un gruppo di persone entusiaste e generose, che ci darà, ne siamo certi, tante soddisfazioni. Al tempo stesso ringraziamo di cuore il Consiglio che è arrivato al termine del suo mandato, e che in tempi difficili si è impegnato con dedizione e generosità.
È stato un anno impegnativo, per i nostri temi, che sono stati in gran parte dimenticati dall’agenda politica, ma non da immigrati, rifugiati e richiedenti asilo (è di questi giorni la drammatica situazione di circa tremila di loro all’addiaccio nei boschi della Bosnia-Erzegovina), né da tutti noi che con loro lavoriamo.
Solo pochi giorni fa è stata finalmente riformata la legge voluta due anni prima dal politico decaduto che ai tempi era ministro degli interni. C’è voluto oltre un anno, 15 mesi per la precisione, perché il nuovo governo se ne occupasse: decisamente non era una priorità. Ma sono stati 15 mesi di sofferenze per chi si è visto privato di diritti e trattato in modo non umano. Ogni giorno passato così è stato una sofferenza, e noi non vogliamo dimenticarlo. Abbiamo salutato con sollievo la nuova legge, e al tempo stesso siamo consapevoli dei suoi limiti. È stata una riduzione del danno: non siamo tornati al punto di partenza ma un poco più indietro, ad esempio le organizzazioni non governative continuano a rischiare multe, sia pur ridotte, per la loro opera umanitaria.
Possiamo aggiungere che purtroppo la legge Bossi-Fini, a oltre 18 anni dalla sua promulgazione, continua a regolare l’immigrazione nel nostro paese e non si è ottenuto nulla per una cittadinanza agevolata dei figli degli immigrati, né ius soli, né ius culturae; tutto questo nonostante i governi siano cambiati molte volte, dall’inizio del secolo, nel nostro paese.
Sembra che non abbiamo molti amici in Parlamento, e che i nostri temi non stiano davvero a cuore a chi ci ha governato.
Tuttavia, nel farvi gli auguri per il prossimo anno, non ci lasciamo tentare dal pessimismo. Le scelte distratte e sbagliate dei governanti testimoniano solo la loro insipienza e la loro scarsa capacità di leggere i tempi.
Noi non opponiamo l’ottimismo della volontà al pessimismo della ragione, secondo la lezione di Gramsci, perché siamo convinti che anche la ragione ci induca a essere ottimisti.
La grave crisi demografica del nostro paese (trascurata negli ultimi decenni almeno quanto la questione migratoria, equanimemente da governi di destra e di sinistra) segna la strada, e non lascia dubbi. Il futuro dell’Italia è nelle nuove generazioni che, giocoforza, saranno in gran parte di origine immigrata.
Nei prossimi anni sempre più emergerà con l’evidenza dei fatti che per l’Italia l’immigrazione non solo è ben lungi dall’essere un pericolo, ma non è nemmeno una scelta: è per noi una necessità vitale. E il nostro paese tornerà a essere ciò che quasi sempre è stato negli ultimi tremila anni della sua storia: una terra d’immigrazione privilegiata, grazie alla quale ha costruito benessere e il maggior patrimonio culturale del mondo.
Anche se il ceto politico non sembra rendersene conto, noi ci saremo, la SIMM ci sarà. Con tutto il suo impegno, perché il vero patrimonio della Società è la passione civile, la competenza e la generosità di ciascuno dei suoi soci, di cui vi ringraziamo. È il patrimonio che ha tenuta viva la società negli ultimi trent’anni - come ben emerge dal corposo Volume dei contributi culturali e scientifici per gli anni 2019-2020 che ha appena visto la stampa - e che la condurrà nel futuro.
Non importa molto cosa la politica oggi dice o fa (e soprattutto non fa) perché la forza dei fatti e la storia sono dalla nostra parte, e noi ci saremo.
Buon 2021!